Vino, il Parlamento europeo a favore del consumo moderato

Bocciata la conclusione della commissione Beca: si combatte l’abuso e non il consumo. Prandini: «si salva un settore che in Italia vale 12 miliardi e occupa 1,2 milioni di persone». Soddisfazione anche dalla politica. 

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Il Parlamento Europeo salva quasi diecimila anni di storia del vino le cui prime tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4.100 a.c.: è quanto afferma il presidente della Coldiretti,Ettore Prandini, nel ringraziare per il lavoro di squadra i parlamentari italiani per la difesa di un settore che vale 12 miliardi di fatturato dei quali 7,1 miliardi di export e offre direttamente o indirettamente occupazione a 1,3 milioni di persone.

«E’ stato respinto il tentativo di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta già adottati per le sigarette, l’aumento della tassazione e l’esclusione dalle politiche promozionali dell’Unione Europea, nell’ambito del sul “Cancer plan” proposto dalla Commissione Europea» come ha richiesto Prandini, insieme al consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, nella lettera scritta al commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni, al commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski, al ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, agli europarlamentari italiani e ai leader dei principali partiti politici.

Il giusto impegno dell’Unione Europea per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi – sottolinea la Coldiretti – in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto. Si tratta peraltro di un orientamento incoerente con il sostegno accordato dal provvedimento alla Dieta Mediterranea, considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, tra cui il cancro, ma che si fonda anche sul consumo equilibrato di tutti gli alimenti a partire dal bicchiere di vino ai pasti.

«Bene il voto europeo sul vino, ma non è il momento di abbassare la guardia sul “Made in Italy” – afferma Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia -. Scongiurate etichette allarmistiche e ingannevoli su vino e birra, una buona notizia per le nostre eccellenze e per i consumatori perché di fatto viene riconosciuta l’importanza di una corretta cultura alimentare che distingue fra uso e abuso e che non si fa con i divieti ma con l’educazione. Grazie alla rappresentanza del nostro Paese in Ue che ha difeso ancora una volta i principi di una sana alimentazione e ha evitato uno scacco matto alle nostre filiere di qualità».

Per Scordamaglia l’impegno non è terminato: «uno scontro tra visioni opposte continua però a persistere in Europa tra chi è a favore di una alimentazione omologata fatta da ingredienti sintetici e prodotti ultratrasformati e chi invece ha una dieta alimentare basata su moderazione equilibrio eccellenza alimentare e tradizione. Non si smetta quindi di presidiare le battaglie sul Nutriscore in Europa non finiscono: sui nostri prodotti incombe ancora il pericolo di un sistema di etichettatura scorretto che fa solo il gioco di quelle multinazionali che vorrebbero nascondere dietro una “A-verde” il progetto di sostituire i prodotti di qualità con alimenti di sintesi prodotti in laboratorio».

Sull’esito del voto dell’europarlamento canta vittoria la politica. «Grazie al supporto trasversale ai nostri emendamenti, da parte della stragrande maggioranza dei Gruppi politici, oggi avremo un piano europeo contro il cancro non solo ambizioso, ma anche capace di tenere in considerazione le nostre tradizioni, culturali e culinarie, senza demonizzare alcun settore» scrivono in una nota congiunta Paolo De Castro e Pina Picierno (S&D) e Herbert Dorfmann (Svp-FI), membri della commissione Agri del Parlamento europeo.

«Esiste infatti una differenza netta tra l’abuso di alcol, da combattere dati i rischi che ne derivano in termini di salute pubblica, e il consumo moderato e responsabile di vino e bevande alcoliche, che può avere effetti positivi, in particolare per quanto riguarda le malattie cardiovascolari. Grazie al voto favorevole di quasi il 60% del Parlamento – spiegano i tre eurodeputati – abbiamo ripulito il campo da ogni dubbio su questa differenza, chiedendo maggiore prevenzione contro il consumo nocivo di bevande alcoliche».

Si dice soddisfatta dell’esito del voto anche Mara Bizzotto, eurodeputata vicentina della Lega: «abbiamo vinto una battaglia importantissima contro l’assurda proposta europea di etichettare il vino come cancerogeno che avrebbe messo in ginocchio migliaia di aziende vitivinicole italiane, ma non abbiamo ancora vinto la guerra. In queste settimane, infatti, dovremo affrontare altri folli attacchi da parte della UE contro il vino “Made in Italy”: in primis la partita sul ProseccoProsek tra Italia e Croazia e quella sul Nutriscore, con qualche burocrate europeo che vorrebbe etichettare i nostri vini con il bollino nero e la lettera F. Per questo sarà fondamentale tenere alta la guardia e fare squadra come sistema Italia, al di là degli schieramenti politici: c’è in gioco il futuro del settore agroalimentare italiano e milioni di posti di lavoro».

«Non poteva che essere una scelta di buonsenso a guidare l’Unione europea. La notizia che arriva da Strasburgo ci consegna ancora di più il compito di tutelare le produzioni “Made in Italy” e promuoverle come eccellenze mondiali – afferma il deputato azzurro Dario Bond -. Bene la scelta di non dare seguito a spinte che probabilmente arrivano da altri Paesi che non hanno prodotti di altrettanta qualità come l’Italia».

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