Terremoto politico in Alto Adige: Kompatscher ritira competenze a Widmann

Le minoranze consiliari chiedono lo scioglimento della legislatura e l’indizione di elezioni anticipate. Urzì attacca la Lega: «ma si può gettare così nel fango la rappresentanza italiana?» 

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governo dell'Alto Adige Crisi Svp
Il segretario Svp, Philipp Achammer, e il presidente della provincia, Arno Kompatscher.

Terremoto politico in Alto Adige: i fatti di estrema disinvoltura politico affaristica emersi con la pubblicazione del libro “Freunde im Edelweiss” che hanno portato alla luce lo scandaloso comportamento di molti maggiorenti della Svp nella gestione delle gare pubbliche, specie in quella dell’assegnazione della concessione di trasporto pubblico locale per 10 anni iniziano a fare effetto.

Il presidente della provincia, Arno Kompatscher, con una veloce conferenza stampa ha annunciato di voler ritirare le deleghe all’assessore alla sanità, Thomas Widmann, il politico al centro dello scandalo legato alle concessioni di trasporto pubblico, auspicandone anche le dimissioni dall’incarico, non potendolo dimissionare d’imperio. «Abbiamo collaborato bene nel momento più difficile della pandemia, ma è venuta meno una base di fiducia reciproca», ha spiegato Kompatscher accennando ai pensanti commenti di Widmann sull’operato del governatore.

Il terremoto politico in Alto Adige prosegue con il segretario della Svp, Philipp Achammer, che ha annunciato il ritiro del segretario di circoscrizione di Bolzano, Christoph Perathoner, e del vice segretario del partito, l’ex senatore Karl Zeller. Il capogruppo nel consiglio provincialeGerard Lanz ha annunciato che si sottoporrà a un voto di fiducia nel gruppo consiliare provinciale.

Il terremoto politico in Alto Adige dà il desto alle opposizioni consiliari nell’affermare che queste dimissioni non bastano e che serve che la maggioranza Svp-Lega Salvini Premier faccia di più. «I continui scandali all’interno della SVP stanno danneggiando gravemente la reputazione del Consiglio provinciale e della politica stessa. Invece di prendere solo alcune misure esemplari contro singole persone in nome del “business as usual” e nel tentativo di preservare il proprio potere, costi quel che costi, il presidente dovrebbe ora mostrare le sue capacità di leadership – scrivono in una nota gli esponenti di Team K, Verdi Grüne Verc, Südtiroler Freiheit, Die Freiheitlichen, Movimento 5 stelle, Enzian, Perspektiven für Südtirol, Fratelli d’Italia e PD -. Assumere ora il ruolo di vittima significherebbe danneggiare duramente la figura stessa di presidente come guida della provincia».

«A noi preme solo una cosa: la nostra provincia ha bisogno di una giunta capace di governare e sappia offrire soluzioni ai problemi della gente, dagli aumenti estremi dei prezzi di energia e carburante, all’accoglienza dei rifugiati e alla pandemia. Non è tempo di fare giochetti, di assessori senza deleghe e nemmeno tempo di ingrandire la Giunta provinciale cercando di stabilire nuovi equilibri nel partito o simili – proseguono le opposizioni consiliari -. Abbiamo bisogno di un chiarimento su tutti gli avvenimenti che si sono susseguiti e che hanno dato veri e propri scossoni alla Giunta e alla politica: dagli eventi che circondano i bandi per il trasporto pubblico e lo scandalo SAD, alle donazioni del partito. Questi eventi sono chiaramente incompatibili con la definizione di “Giunta in grado di governare”, perché i due partiti di governo SVP e Lega Salvini Premier e i loro gruppi consiliari sono così divisi al loro interno che non riescono più a stare insieme. Quindi la soluzione può essere solo una: nuove elezioni, immediatamente».

Da parte di Fratelli d’Italia si rilancia sulla posizione della Lega Salvini Premier, partito che lo scandalo Sad ha visto nella figura del comprimario facilmente manovrabile da politici e affaristi all’ombra della Svp. «La richiesta di commissione d’inchiesta interna alla Lega promossa dall’assessore del Carroccio Massimo Bessone di fatto per mettere a processo politico i suoi stessi colleghi di giunta e partito lascia sbigottiti – attacca il segretario regionale, Alessandro Urzì -. Alla Lega ed ai suoi eletti chiediamo di evitare di rendere ancora più triste e miserabile questa vicenda con i regolamenti di conti in pubblico. Li facciano, perché mi pare li debbano fare, ma almeno salvando la dignità degli italiani che avrebbero dovuto rappresentare. Non noi, perché non ci sentiamo rappresentati da tutto questo».

Se in Alto Adige la politica è in forte crisi, la situazione non è affatto migliore in Trentino, dove l’azione della maggioranza guidata dal leghista Maurizio Fugatti è sempre più in affanno, complice anche una ormai acclarata incapacità di gestione, programmazione e di visione del futuro dell’Autonomia trentina. Come per Bolzano, anche per Trento sarebbe opportuno mettere fine alla legislatura con un anno di anticipo sulla scadenza naturale, tale da permettere un rilancio dell’Autonomiaspeciale su nuove basi e, soprattutto, su politici di maggiore spessore e capacità gestionale.

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