Rigassificatori, ma non solo: si può utilizzare anche il gas liquido tal quale

In attesa di realizzare gli impianti, con una buona rete logistica di consegna si può distribuire il GNL ai grandi utilizzatori, assicurando la disponibilità di energia. 

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Ammesso che la campagna d’Africa dei due ministri grillini del governo italiano in missione di cerca di nuova energia (soprattutto gas metano) sia accompagnata da successo, bisogna poi vedere come trasportare e, soprattutto, come utilizzare queste nuove forniture, ben sapendo che l’Italia è carente di rigassificatori stoppati dalla mala politica e dalla peggiore burocrazia.

Di fatto, i tre rigassificatori esistenti sono insufficienti a sostenere la maggiore domanda: servirebbe almeno raddoppiarli, ma la cosa, almeno a breve, è praticamente impossibile.

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Oltre ai tempi tecnici di realizzazione degli impianti, mediamente tre anni, a giocare contro c’è la mala politica degli amministratori locali e dei vari funzionari delle amministrazioni territoriali. Ultimo in ordine di tempo, il “niet” della sovrintendenza di Agrigento che ha stoppato la realizzazione dell’impianto di Porto Empedocle.

Fin tanto che la politica nazionale non prenderà il coraggio a quattro mani nominando commissari con i poteri sostitutivi per realizzare le infrastrutture che servono al Paese, scavalcando l’opposizione dei tanti ras locali, bisogna chiedersi come utilizzare le nuove forniture a prescindere dai rigassificatori.

Una soluzione cui pochi hanno finora pensato potrebbe essere la realizzazione di una catena logistica volta a distribuire il gas liquido tal quale almeno ai grandi utilizzatori, siano acciaierie, cartiere, centrali termoelettriche, ecc. Questi impianti potrebbero essere adattati rapidamente ad utilizzare il gas liquido al posto di quello aeriforme, probabilmente anche con qualche vantaggio tecnologico nel ciclo di produzione. Basterebbe realizzare dei serbatoi costieri di GNL da alimentare con le navi gasiere, da dove fare partire una distribuzione a mezzo di autocisterne presso le realtà utilizzatrici, dove le stesse autocisterne potrebbero essere lasciate in situ come serbatoi da sostituire con altrettante cariche quando stanno per esaurirsi. Un carico da 30-35 tonnellate di GNL potrebbe essere in grado di sostenere i consumi di un impianto per circa una settimana, forse di più.

Intanto, la palla passa alla politica che deve pronunciarsi ed assumere le proprie responsabilità, senza cadere nelle tentazioni di rilanciarla fuori campo.

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