Il pianeta Rai tra canone e sprechi stratosferici

Anzaldi (segretario Commissione vigilanza Rai): «i migliori all’interno dell’emittente pubblica sono a far fotocopie. Ci sono troppi sprechi e svilimento delle professionalità».

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La Rai, l’azienda radiotelevisiva di Stato, è un mondo a sé stante, fatto di diritti e privilegi stratificati nel tempo che portano a sprechi stratosferici e ad altrettanto clamorose inefficienze che in una qualsiasi azienda privata, pure tra i concorrenti radiotelevisivi privati, non hanno diritto di albergare, ma in Rai sì, ed eccome.

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Questa puntata di “Focus” di “ViViItalia Tv” tenta di fare uno squarcio sulla gestione della società pubblica, dove Rai è più sinonimo di lottizzazioni e di favoritismi, piuttosto che produzione d’informazione di qualità e di cultura. Si potrebbe dire che in Rai, nel corso del tempo, si sono stratificati tutti i peggiori vizi del pubblico, con assenza di responsabilizzazione e di programmazione a medio-lungo termine, dove i migliori stanno nelle retrovie, magari a fare fotocopie negli archivi, e quelli meglio ammanicati e sponsorizzati dal politico potente di turno viaggiano con le vele spiegate.

Ciò è sicuramente un peccato, oltre che un formidabile spreco di risorse pubbliche su cui più volte sono intervenuti sia la Corte dei conti che l’Autorità per le comunicazioni, oltre alla stessa Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, da dove opera Michele Anzaldi, una vita da giornalista e oggi deputato di Italia Viva (eletto con il Pd) e segretario della Commissione di Vigilanza. Proprio l’On. Anzaldi, intervistato dall’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e dal direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, traccia un quadro decisamente peggiore di quanto pubblicamente noto, con una realtà che abbisogna di un fortissimo cambio di marcia e, pure, di timonieri. Senza trascurare la necessità che la politica abbandoni una volta per tutte il suo amato giocattolo, assicurando il servizio pubblico anche tramite bandi di gara pubblici di programmi e servizi, con l’assegnazione al migliore offerente sulla base di criteri economici, tecnici e qualitativi.

Buona visione.

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