Incentivi auto: quelli per i modelli con motore termico già praticamente esauriti il primo giorno

Rimangono ancora fondi per l’auto elettrica e ibrida e per le moto elettriche i cui costi, al netto dei ricchi incentivi, rimangono ancora decisamente alti e poco competitivi, pure per il costo dell’energia. 

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Come volevasi dimostrare: il primo giorno di apertura della nuova tornata degli incentivi auto ha fatto il quasi tutto esaurito per i modelli spinti dal motore termico, mentre rimangono ancora molti fondi per quelli elettrici e ibridi, a testimonianza di come i consumatori non si facciano facilmente abbindolare dalla martellante campagna di promozione di molte case costruttrici, specie quelle estere a capitale cinese, che hanno il non trascurabile difetto di costare ancora decisamente di più al netto dei ricchi incentivi pubblici, avere una gestione non semplice specie per tutti coloro che non possiedono un garage dove poterla caricare alla notte e con i costi dell’energia che rendono decisamente antieconomico il “pieno” di elettroni se non si dispone di qualche piano agevolato che solitamente dura solo per il primo anno di vita del veicolo. Per non dire della maggiore svalutazione – soprattutto dopo il 2025 quando arriveranno sul mercato le nuove batterie – e dei problemi di autonomia e di rischio d’incendio.

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Dei 170 milioni disponibili per gli incentivi auto con motore termico a basse emissioni il primo giorno di apertura degli incentivi ha visto la prenotazione di 100 milioni di euro, con il risultato che già con oggi i fondi andranno esauriti, così come sono già esauriti quelli per i motocicli con motore termico.

Ancora largamente disponibili i fondi per il sussbidio delle auto elettriche e ibride: per le prime sono stati prenotati 25 dei 220 milioni di euro disponibili, mentre per le seconde 20 dei 225 milioni. Per le moto elettriche sono stati prenotati 5 dei 15 milioni stanziati.

Ancora una volta emerge la pesante sottovalutazione da parte del governo Draghi – soprattutto da parte della rappresentanza più talebana con i paraocchi elettrici – delle reali necessità del mercato dell’auto e per un suo strutturale rilancio. L’aver esaurito già al secondo giorno i fondi stanziati per l’intero 2022 dimostra l’incapacità di programmare in modo adeguato un intero settore industriale strategico per l’economia nazionale, sia in termini di Pil, che di occupazione che, ancora, di impulso alla ricerca ed innovazione.

Ora, se non si vuole nuovamente stoppare il settore – che sconta anche la difficoltà degli approvvigionamenti e delle consegne di prodotto: bisognerà vedere se i termini di sei mesi di validità del contributo statale potrà essere effettivamente rispettata, visto che molte consegne dei veicoli nuovi stanno aumentando a ben oltre i 6 mesi con punte anche di 12 mesi – serve agire urgentemente per rimpinguare adeguatamente il fondo incentivi auto, previa unificazione di tutte le forme di contribuzione, stabilendo un sostegno di 2.500 euro uguale per tutti i veicoli, a prescindere dal loro livello di emissione.

Parimenti, invece di sostenere l’auto più o meno a batteria, il governo farebbe bene ad agire sulla disponibilità di carburanti a basso tenore di carbonio, utili ad abbattere le emissioni inquinanti – fino ad azzerarle – non solo sui veicoli nuovi, ma anche su quelli vecchi già circolanti, che costituiscono il problema maggiore per l’ammodernamento della mobilità nazionale.

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