Giustizia tributaria: il governo Draghi presenta la proposta di riforma

Falcone (Lapet): «un primo, parzialissimo passo nella giusta direzione, ma servono anche altri provvedimenti, a partire dalla reale terzietà del giudice tributario e il rispetto dello Statuto del Contribuente». 

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giustizia tributaria

Lungamente annunciata, da lustri attesa, il governo Draghi ha finalmente messo un primo punto fermo sulla riforma della giustizia tributaria, con la presentazione al Parlamento di un disegno di legge che fa sintesi delle varie proposte giacenti in discussione, introducendo per la prima volta la figura del giudice tributario professionale in sostituzione dei tanti dipendenti pubblici in pensione e professionisti che fino ad ora si sono presati alla funzione.

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Una riforma che costituisce un primo, parzialissimo passo, anche perché i futuri giudici tributari sono incardinati all’interno dell’amministrazione finanziaria, con buona pace della terzietà della funzione giudicante: meglio sarebbe incardinarli all’interno dell’ordinamento giudiziario. Non solo: non si capisce perché per l’accesso ai concorsi, possono parteciparvi solo i laureati in giurisprudenza e non quelli in economia e commercio, quando è notorio che nel corso di studi di giurisprudenza le materie economiche e tributarie sono una cenerentola, mentre decisamente diversa è la preparazione di quelli in economia.

Ma poi c’è anche l’annosa questione dell’equiparazione della posizione tra cittadino contribuente e fisco, prevista da oltre vent’anni da quel Statuto del Contribuente sempre inapplicato e disatteso, tanto che il contribuente che riceve una cartella è sempre in una posizione sottordinata a quella del fisco che, per distorsione mentale in caso di soccombenza, continua a fare ricorsi a catena perché non deve sopportare i costi che gravano invece sul contribuente.

In questa puntata di “Focus” di “ViViItalia Tv” condotta dall’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e dal direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, il presidente dell’Associazione italiana Tributaristi Lapet, Roberto Falcone, analizza le luci (poche) e ombre (tante) del provvedimento di riforma della giustizia tributaria, che ben difficilmente vedrà la luce in questa legislatura, soprattutto se cesserà anticipatamente.

Buona visione.

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