Riscaldamento inverno 2022-23: via ogni tassazione nelle aree di montagna

Bond: «va azzerata l’Iva su ogni fonte energetica utilizzata per riscaldare». 

0
2445
riscaldamento

Forse quella in arrivo non sarà una stagione eccessivamente fredda per le temperature ambientali, ma sarà gelida sul fronte dei costi che gli abitanti delle zone di montagna saranno costretti a sopportare per il riscaldamento per tenere temperature minimamente accettabili nei luoghi di vita e di lavoro site nelle aree di montagna.

Fino alla recente crisi energetica, nonostante il riscaldamento sia un bene primario, da tutti i legislatori nazionaliè sempre stato trattato come un bene di lusso, come tale soggetto ad Iva piena, accise e oneri di sistema. Quasi che tenere 18-20 gradi al chiuso quando fuori la temperatura scende sottozero fosse un qualcosa da potere rinunciare tranquillamente.

Ma nell’inverno prossimo saranno in tanti a dovere rinunciare a riscaldare case e luoghi di lavoro vuoi per la possibile carenza di forniture – su gas metano e pellet di legna ci siamo già – sia, soprattutto, per il caro bolletteche sono attese ad ulteriori rialzi nei prossimi mesi, superando spesso la soglia di sopportazione economicaper molte aziende e famiglie.

Sul tema della riduzione dei costi di riscaldamento per le aree di montagna interviene il deputato Dario Bond: «la montagna rischia di morire di freddo il prossimo inverno. Va tolta l’Iva da gasolio, metano e biomasse fino alla prossima primavera». Bond fa proprio l’appello del gruppo cadorinoGiovani e Futuro” che lamenta il continuo calo della qualità di vita delle popolazioni di montagna, che già devono confrontarsi con la desertificazione dei servizi pubblici e privati e, ora, pure con il caro riscaldamento.

«Nell’ultimo anno i prezzi del gas metano sono schizzati alle stelle – dice Bond -. Una famiglia che spendeva 300-400 euro al mese per scaldarsi, ora ne spende più del doppio. E mi segnalano che in questo momento sono introvabili perfino pellet e legna da ardere, se non a prezzi più che raddoppiati rispetto a qualche mese fa. È in atto una speculazione colossale, specie in Italia, visto che all’estero i prezzi del pellet sono rimasti pressoché stabili, che rischia di far scomparire la montagna, dove il riscaldamento è una necessità quotidiana da ottobre ad aprile, e dove – a differenza della pianura – si raggiungono minime di 10-15 gradi sottozero. È impensabile che le famiglie delle “Terre alte” il prossimo inverno siano costrette a spendere interi stipendi – ammesso che bastino – per il riscaldamento, solo per poter rimanere a vivere in montagna. Via quindi l’Iva da metano, gasolio, Gpl e altri combustibili per il riscaldamento domestico delle aree montane, finché i prezzi non torneranno alla normalità, almeno fino alla prossima primavera».

Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata. 

Telegram

https://t.me/ilnordest

Twitter

https://twitter.com/nestquotidiano

Linkedin

https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/

Facebook

https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/

© Riproduzione Riservata