Inflazione: vola carrello della spesa, costo cibo supera quello dell’energia

Prometeia, nel 2022 crescita al 3,4%, nel 2023 crolla a +0,1%. 

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Il costo della vita per i cittadini cresce sempre più in alto, trainati dall’impennata dei costi dell’energia: l’inflazione ha innescato un effetto a catena. Secondo i dati diffusi dall’Istat a settembre l’inflazione a +8,9% su base annua, e l’indice nazionale dei prezzi al consumo (al lordo dei tabacchi) a un aumento dello 0,3% su base mensile.

Il nuovo incremento del costo della vita sembra sia addebitabile soprattutto alla crescita dei prezzi deglialimentari piuttosto che a quelli dell’energia: secondo l’Istat, questa volta non sono i beni energetici a spiegare (se non per le conseguenze che la loro crescita così ampia ha innescato) la nuova accelerazione dell’inflazione, ma sono soprattutto i beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati); seguono gli aumenti per i servizi ricreativi, culturalie per la cura della persona. I prezzi del “carrello della spesa” arrivano su base annua a un +11,1% a settembre 2022 (da +9,6%); cosa che non accadeva da luglio 1983 quando si registrò una variazione tendenziale del +12,2%.

La reazione delle associazioni dei consumatori parte dal Codacons: si tratta di «uno tsunami economico senza precedenti», con gli aumenti dei prezzi ritenuti una «stangata record da oltre 2.700 euro a famiglia, di cui 657 euro solo per la spesa alimentare. L’Unione nazionale consumatori osserva come l’inflazione stia «svenando gli italiani», e chiede con urgenza «un nuovo bonus per le famiglie» per «coprire almeno quasi tutte le maggiori spese per mangiare e bere». Ci saranno «ricadute pesantissime – dice Federconsumatori – per le famiglie e per l’intero sistema economico».

Di «ulteriore tassello negativo» parla Confcommercio che, analizzando la situazione, fa presente come lasci «presagire un forte calo dei consumi». Per l’Istat la situazione è di un «quadro di crescenti tensioni inflazionistiche che stanno attraversando quasi tutti i comparti». La crescita dei prezzi dei beni alimentari passa da +10,1% di agosto a +11,5%, sia per i lavorati che vanno da +10,4% a +11,7%, sia per i non lavorati che passano da +9,8% a +11,0%; i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona salgono da +4,6% a +5,7%. Rallentano di poco pur continuando «a crescere in misura molto ampia», i prezzi dell’energia; decelerano i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +8,4% a +7,2%).

Dall’inflazione alla crescita del Pil nazionale: secondo le stime previsionali di Prometeia di settembre, la crescita italiana per il 2023 viene tagliata di quasi due punti percentuali, passando a +0,1% dal +1,9% di luglio (a fronte di un 2022 che si chiuderà invece a +3,4%).

La revisione al ribasso non riguarda solo l’Italia, perché «l’Eurozona chiuderà il 2023 in territorio negativo». Alla base della revisione al ribasso, ci sono l’inflazione e la riduzione nei consumi. Gli aumenti dell’energia, in particolare, «si prospettano sempre più duraturi».

Prometeia non si aspetta che in inverno l’energia elettrica sia razionata, a patto di procedere a «significativi risparmi nei consumi». In parte la riduzione di consumi, secondo l’analisi, «sarà dettata dai prezzi elevati, specie per quelle famiglie che non hanno la possibilità di sostenerli. Ancora una volta gli effetti del rincaro del costo della vita avranno effetti asimmetrici, dato che alimentari, energia elettrica e riscaldamento sono consumi essenzialidel paniere di spesa delle famiglie a basso reddito».

«La pandemia e, ora, il caro energia, lasciano il Paese con un fardello di debito pubblico su Pil appesantito di oltre 15 punti percentuali rispetto al periodo pre-Covid (oltre il 149% nel 2023)», afferma Prometeia, con il livellodel debito pubblico e il suo rifinanziamento si confermano «tra i principali rischi per la nostra economia».

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