Provocazione natalizia di Unimpresa: «un Pos anche per i mendicanti»

Longobardi: «con la cancellazione del denaro contante poveri e Chiesa rischiano il tracollo delle offerte». 

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Provocazione natalizia – ma mica tanto – di Unimpresa rivolta al governo Meloni, che traccheggia sull’innalzamento della soglia di uso del contante, passato dai 30 euro ai 60 proposta nella prima bozza della legge di Stabilità 2023, salvo ora tornare alla casella di partenza come in un gioco dell’oca.

«Mi rivolgo al governo e al premier Giorgia Meloni – ha scritto, in una lettera aperta alle imprese associate, il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi -: per Natale, dotate di Posanche i mendicanti, così potranno incassare più facilmente l’elemosina. E fin qui sono ironico, ma non troppo: perché senza denaro contante potremmo realmente trovarci, in un futuro nemmeno così lontano, ad affrontare l’allarme beneficenza. I poveri, insomma, potrebbero essere una categoria fortemente danneggiata dalla repentina trasformazione del nostro sistema dei pagamenti, che molti vorrebbero tutto digitale, abbandonando l’utilizzo delle banconote e delle monete».

La provocazione natalizia prosegue «quando penso alla piccola beneficenza, quella di tutti i giorni, penso ai piccoli acquisti che tutti noi facciamo, quelli di tutti i giorni: il caffè al bar, il giornale all’edicola, il panino o il trancio di pizza all’ora di pranzo. Operazioni che tutti siamo abituati a fare pagando in contanti, utilizzando banconote di piccolo taglio, come quelle da 5, 10 e 20 euro, che poi generano un resto da parte del commerciante. Ecco – chiosa Longobardi -, proprio quel resto, magari pochi euro in monete, spesso ci resta in tasca e alla prima occasione lo regaliamo volentieri a chi vive in strada e ne ha bisogno per comprare cibo per sé o per la sua famiglia. Chi vuole una società fatta di pagamenti solo con carte di credito e bancomat, con le App dei telefonini e con i servizi di home banking, ha una soluzione per queste esigenze? E le istituzioni religiose, in particolare la Chiesa Cattolica, come gestiranno un’eventuale trasformazione di questo tipo? Le offerte domenicali nelle parrocchie durante le messe verranno raccolte con le strisciate di bancomat e carte di credito su Pos portatili imbracciati dal sagrestano di turno o con i bonifici bancari? Chissà, magari un giorno arriverà un sistema di questo tipo, vedremo. Senza dubbio oggi non siamo pronti. E quando sento parlare di sostenibilità, termine che piace a molti, ma usato spesso senza consapevolezza piena, credo che qualsiasi transizione o trasformazione debba essere sostenibile, per tutti e a tutti i livelli».

Non solo: mentre la politica continua ad essere molto attenta al denaro contante quando fa i propri interessi – le cronache dall’Europarlamento parlano da sole – viceversa una società basata solo sul denaro elettronico pone non pochi rischi per i legittimi proprietari del denaro ormai ridotto ad una scrittura contabile informatizzata: il rischio è che con un semplice clic di mouse i conti e le carte di credito o di debito possano essere bloccate e d’un tratto trasformare un cittadino in un povero in canna, privato dell’uso delle proprie ricchezze. Uno scenario per alcuni di stampo orwelliano, ma poi mica tanto. Meglio, molto meglio – e questa non è una provocazione natalizia – lasciare in circolazione il contante e lasciare il Pos ai soli politici per tenere tracciati tutti i flussi di denarolegale e non – nelle loro casse.

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