Caso Maccani, per la provincia di Trento (e per Fugatti) nuova sconfitta giudiziaria

Il Tribunale di Trento ordina nuovamente il reintegro del dirigente del servizio di polizia amministrativa rimosso per il diniego dell’autorizzazione di sicurezza del concerto di Vasco. 

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Maccani corte costituzionale
Il presidente della provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti.

Mentre il presidente della provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, farebbe bene di recarsiin qualche santuario portando un cero di quelli belli grossi – come faceva il compagno sindaco Peppone in quel di Brescello impegnato nella contesa con Don Camillo – per avere scampato il pericolo di qualche infortunio – in caso contrario per lui sarebbero stati guai molto seri – in occasione dello svolgimento dell’evento inaugurale del Tour 2022 di Vasco Rossi a Trento per palese inadeguatezza dell’area prescelta, il Tribunale di Trento ha nuovamente battuto la Provincia, ordinando l’immeditato reintegro nella funzione di dirigente del servizio di polizia amministrativa del dirigente Marzio Maccani, rimosso d’impero per non avere firmatol’autorizzazione di sicurezza allo svolgimento del concerto.

Maccani, difeso dall’avvocato Lorenzo Eccher, è soddisfatto della decisione del Tribunale in cui si dà piena ragione alle richieste del dirigente provinciale ingiustamente rimosso, allontanato dal suo incarico per avere resistito alle fortissime pressioni del vertice politico e amministrativodell’Autonomia speciale che volevano a tutti i costi l’effettuazione del concerto in un’area palesemente inadeguata ad ospitare un così vasto numero di spettatori, oltre 120.000 rispetto ai 70.000 consentiti dagli spazi.

Quella del Tribunale fa seguito alla seconda ordinanza di trasferimento voluta dalla Provincia, che fino ad ora non ha voluto ammettere i propri errori, finendo con l’incassare l’ennesima sconfitta e la condanna al pagamento delle spese legali per la quarta volta.

Prevedendo l’ennesima sconfitta, la Provincia nell’imminenza della data del giudizio aveva fatto pressioni su Maccani perché ritirasse il ricorso a fronte di una sua promozione alla dirigenza di prima fascia, con conseguente aumento di stipendio.

«Ho risposto picche, perché ritengo che la dignità debba venire prima dei soldi» afferma Maccani, raccontando come la stessa proposta gli fosse stata rinnovata anche nel giorno dell’udienzadirettamente dal legale della Provincia, dettagliandogli pure che la promozione gli avrebbe fruttatola carica di vicedirettore di Trentino riscossione, una delle società di sistema della Provincia Holding. «Se avessi accettato, avrei cessato i miei problemi, ma per dignità mia e anche quella dei tanti miei colleghi che lavorano ogni giorno seriamente, ho risposto – afferma Maccani – ancora una volta picche. Non scendo a questi livelli e non accetto alcun tipo di transazione».

Maccani si rivolge direttamente a colui che appare di fatto il regista di tutta la vicenda Maccani-Vasco: «il presidente Fugatti dovrebbe venire a chiedermi scusa e dovrebbe dimettersi stasera e con lui anche il direttore generale della Provincia», Paolo Nicoletti.

Il problema, oltre che giudiziario, è tutto politico, perché Fugatti è finito in un cul de sac da cui difficilmente potrà uscire se non con una clamorosa autosconfessione al suo operato e il passaggio pronta cassa alla Corte dei Conti per rifondere con risorse proprie i danni patiti dalla Provincia e dal dirigente ingiustamente rimosso.

Davvero una nuova brutta pagina per l’Autonomia speciale che meriterebbe amministratoridecisamente migliori rispetto a quelli in carica.

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