Al vertice della Camera di commercio di Trento si cambia, con l’elezione del nuovo consiglio, giunta e presidente. Alla presidenza, dopo il decennio di presidenza di Gianni Bort, presidente di Confcommercio Trentino, arriva Andrea De Zordo, neo presidente di Confartigianato imprese Trentino grazie all’asse stipulato con Confcommercio.
Il nuovo consiglio camerale, suddiviso per settore economico, comprende 8 consiglieri in rappresentanza dell’industria, 8 dei servizi alle imprese, 7 del commercio, 6 dell’artigianato, 5 del turismo, 4 dell’agricoltura, 2 cooperative, 2 del settore trasporti e spedizioni e un rappresentante ciascuno per credito, assicurazioni, altri settori, organizzazioni sindacali dei lavoratori, associazioni a tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti, liberi professionisti.
Del tutto inaspettatamente, perché le previsioni erano per un Bort dopo Bort anche al vertice della Camera di Commercio così come era accaduto al vertice di Confcommercio e delle sue società di servizio nei giorni scorsi, è stato lo stesso Bort a fare un passo indietro, dopo che si è accorto che un suo terzo mandato sarebbe stato poco gradito dagli esponenti dell’industria e dell’ospitalità che chiedevano un cambiamento, fisiologico dopo dieci anni, anche per dare nuova lena ad un’economia trentina ansimante e largamente staccata rispetto a quella di Bolzano. Un passo indietro accompagnato dal lancio dela candidatura del presidente di Confartigianato Trentino.
«Accolgo con piena disponibilità questa proposta che, non lo nascondo, è arrivata piuttosto inattesa – ha commentato De Zordo -. Sono fermamente convinto che l’impegno a guidare un’istituzione come l’Ente camerale debba muovere da una chiara coscienza del futuro che ci attende e credo che sia opinione comune come, in questo momento storico, l’incertezza sia invece il denominatore comune di qualunque prospettiva. Non possiamo però arrenderci a questa evidenza, ma piuttosto affinare i nostri sensi per coglierne i segnali, anche i più deboli, in grado di indirizzare il nostro operare con intelligenza ed equilibrio».
De Zordo guarda al riassetto dell’ente: «credo che la Camera di commercio – oggi in procinto di aggiungere anche la parola ‘turismo’ alla sua denominazione ufficiale – debba continuare a essere un punto di riferimento solido e affidabile per tutto il mondo dell’imprenditoria trentina, un luogo di libero pensiero e confronto, che permetta alle categorie economiche di fare sintesi e creare una rete di relazioni nell’interesse dello sviluppo del nostro territorio».
L’elezione di De Zordo non è stata all’unanimità, anzi: il presidente in pectore dell’Associazione degli industriali, Lorenzo Delladio, ha sottolineato l’importanza di procedere all’insegna del rinnovamento. Dopo aver ribadito la stima di rito al presidente Bort e pur non esprimendo riserve rispetto alla candidatura di De Zordo, Delladio ha proposto la candidatura alla presidenza della Camera di Fausto Manzana, presidente uscente degli industriali trentini, incassando l’appoggio degli albergatori dell’Asat.
Al primo scrutinio a voto segreto De Zordo è stato eletto con 33 voti su 46, mentre 13 voti sono andati a Manzana di Confindustria. Un voto destinato a lasciare strasichi, specie dopo l’elezione della giunta camerale, dalla quale sono stati esclusi i rappresentanti di Confindustria, Confesercenti e degli albergatori di Asat-Federalberghi, che rappresentano complessivamente un 40% dell’economia trentina.
L’esito della votazione ha fatto deflagrare gli equilibri all’interno delle compagini imprenditoriali del Trentino, con Confindustria che fa saltare il Coordinamento provinciale imprenditori, creando tensioni anche al suo interno con il comparto dei costruttori edili di Ance.
Con una lunga nota stampa, il presidente uscente Fausto Manzana e quello entrante Lorenzo Delladio, dopo il rinnovo degli auguri di rito al nuovo presidente della Camera, scrivono che «Confindustria Trento aveva chiesto un rinnovamento nella governance e nelle strategie della Camera di commercio e il cambio della presidenza rappresenta senz’altro un elemento di novità e di fiducia, anche per il profilo che è stato scelto per la successione.
Tuttavia, spiace rilevare che, nonostante il passo indietro – all’ultimo minuto – del presidente uscente Bort per favorire il ricambio, le associazioni che avevano chiesto insistentemente tale cambiamento – tra cui Confindustria Trento – siano state penalizzate con l’esclusione dalla Giunta camerale. Un atteggiamento, questo, che contraddistingue chi si dichiara favorevole al cambiamento purché non sia toccato direttamente». Praticamente un’accusa diretta al grande manovratore dei nuovi assetti, il presidente uscente della Camera Bort.
«Va precisato che negli ultimi mesi, all’interno del Coordinamento Provinciale Imprenditori, le associazioni avevano condiviso la necessità di un rinnovamento nella governance dell’Ente camerale e del rilancio delle sue attività, per il quale il Coordinamento aveva anche elaborato un documento programmatico – continua la nota di Confindustria -. Documento che era stato condiviso e approvato da tutte le associazioni del Coordinamento (Confindustria Trento, ASAT Associazione Albergatori, Associazione Artigiani, Ance Trento, Confcommercio Trentino, Confesercenti del Trentino e Federazione della Cooperazione). Le associazioni del Coordinamento avevano anche concordato di candidare nella Giunta della Camera di commercio i presidenti o figure apicali delle stesse associazioni, per dare ancora maggiore autorevolezza all’organo e consentire la rappresentanza ai massimi livelli di tutte le componenti dell’economia».
Pesante la conclusione di Confindustria: «sono venute meno la coesione e la coerenza all’interno del Coordinamento, il cui vertice avrebbe dovuto chiedere il rispetto degli accordi presi. Spiace, invece, constatare che il presidente di ANCE Trento, Andrea Basso, che è anche presidente pro tempore del Coordinamento Provinciale Imprenditori – nonché associato Confindustria, ndr -, non solo abbia accettato di essere candidato per la Giunta camerale, ma lo consideri anche un successo. Per questa ragione, Confindustria Trento ha già presentato le dimissioni dal Coordinamento. Un passo doloroso, dal momento che la nostra Associazione aveva contribuito alla riattivazione e al rilancio del Coordinamento nel 2018, ma inevitabile, perché sono stati traditi i principi fondamentali e disattese le decisioni prese collegialmente».
Quanto alla rappresentanza parziale del mondo economico trentino all’interno della rappresentanza camerale, Confindustria scrive che «non ci sono né rappresentanti di Confindustria Trento, né di Confesercenti del Trentino. In altre parole, non è rappresentato più di un terzo del PIL provinciale. A tale proposito, vogliamo ricordare che l’Ente camerale dovrebbe essere luogo di sintesi di tutte le componenti dell’economia locale», così come dispone lo statuto dell’ente camerale. «Pertanto, non avere tutte le componenti economiche rappresentate nell’organo di governo, rappresenta un grave vulnus per lo stesso Ente camerale».
Il colpo di mano dell’asse Confcommercio-Confartigianato potrebbe avere conseguenze sul bilancio della Camera di Commercio: «valuteremo l’opportunità di chiedere alla Provincia autonoma di Trento una revisione dell’“Accordo di programma”, che garantisce annualmente alla CCIAA di Trento quasi 3 milioni di euro dal bilancio provinciale, per lo svolgimento di determinate attività a favore dell’economia locale, dal momento che le decisioni saranno prese solo da una parte del mondo economico – ammonisce Confindustria -. Restiamo, inoltre, disponibili a trovare insieme una soluzione affinché tutte le componenti del sistema economico trentino possano essere rappresentate nella Giunta camerale, in modo da farla diventare il “luogo del dialogo” tra le rappresentanze del mondo economico, sindacale e sociale del nostro Trentino».
La levata di scudi di Confindustria ha suscitato la reazione della politica. L’assessore allo Sviluppo economico, Achille Spinelli, afferma «auspico che si recuperi in fretta quel clima di fiducia e di serenità indispensabile per affrontare insieme le grandi sfide sulle quali il nostro territorio è già chiamato a competere. Non è nostro compito entrare nel merito della valutazione né sul nome – rispettabilissimo – né sulle dinamiche che hanno portato a questa scelta, ma non possiamo trascurare la preoccupazione che le divergenze espresse rallentino il passo che stiamo tenendo per mantenere e se possibile migliorare la competitività del nostro territorio. Il Trentino non può permetterselo».
Da parte del capogruppo del Pd del Trentino, Alessio Manica, «pur nel rispetto dell’indipendenza della Cciaa e, quindi, nel rispetto dei meccanismi elettivi della stessa non si può non raccogliere l’appello di Delladio che a nome degli industriali invita la politica ad una riflessione su quanto accaduto. Se l’ente camerale ha una funzione di sintesi e rappresentanza delle categorie economiche che stanno nel suo titolo, iniziare un mandato con l’assenza dell’intero mondo industriale, e parte del commercio, dall’organo giuntale è evidente una contraddizione ed una partenza zoppa. Crediamo che sia interesse di tutti che il nuovo presidente, a cui vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro, abbia dietro di sé una compagine compatta e pienamente rappresentativa. Confidiamo che nelle prossime ore l’assessore competente si faccia carico di un dialogo con il neo eletto presidente per capire pienamente l’accaduto e se esiste una possibilità di rimediare ad una falsa partenza che rischia di oscurare l’avvio di quello che viene salutato come un nuovo ciclo».
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