Cassa integrazione guadagni: richieste in forte aumento a luglio

+28% le richieste sull'anno Nei primi sette mesi domande delle aziende cresciute del 20%.

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Cassa integrazione guadagni

A testimonianza di come l’economia manufatturiera italiana stia frenando vistosamente trainata a fondo dalla recessione tedesca e dal rallentamento internazionale, arriva ora l’andamento della cassa integrazione guadagni che a luglio 2024, dopo il picco raggiunto con la pandemia e il calo registrato con la ripresa produttiva seguita alla fine del Covid, torna a salire.

A luglio le aziende hanno chiesto all’Inps 36,6 milioni di ore di cassa integrazione guadagni con un aumento del 3,71% su giugno e del 27,9% sull’anno. Se il dato di luglio potrebbe essere legato alla decisione de parte delle aziende che sono in difficoltà di fare uno stop in prossimità della pausa estiva e all’utilizzo della causale sugli eventi meteo (si può avere l’ammortizzatore a fronte di temperature di almeno 35 gradi anche solo percepiti), quello sui primi sette mesi dell’anno registra comunque una crescita significativa. Tra gennaio e giugno 2024 sono arrivate richieste all’Inps per 292,77 milioni di ore, con un aumento del 20,12% rispetto allo stesso periodo del 2023 e una crescita significativa soprattutto per la cassa integrazione ordinaria, con oltre 170,5 milioni di ore chieste (+44,08%).

Le richieste di cassa integrazione guadagni ordinaria, quella che può essere concessa quando la crisi dell’azienda dipende da eventi temporanei (mancanza di commesse, eventi meteorologici ecc.) ed è certa la ripresa dell’attività produttiva, sono aumentate soprattutto per l’industria con 166 milioni (+51,30%), mentre l’edilizia segnala una flessione (con 13,55 milioni di ore chieste, -9,08%). Cala invece del 3,73% la richiesta di cassa straordinaria, quando l’azienda deve fronteggiare processi di ristrutturazione (cambiamento di tecnologie), riorganizzazione (cambiamento dell’organizzazione aziendale), riconversione (cambiamento dell’attività) o in caso di crisi aziendale, a poco più di 105 milioni di ore.

«Già da gennaio abbiamo segnalato la presenza di crisi importanti – spiega Rossella Marinucci, area mercato del lavoro della Cgil -: le grandi aziende sono al ministero delle Imprese e del “Made in Italy”, mentre le altre appena franano i carichi di lavoro si affidano alla cassa. Dall’andamento delle regioni vediamo che i settori più in sofferenza sono quelli dell’automotive e della moda».

In Piemonte, nei primi sette mesi 2024 la cassa integrazione guadagni ordinaria è aumentata del 66% da 10,9 a 18,2 milioni, mentre in Toscana è cresciuta dell’84,8%, da 6,9 milioni a 12,75.

Le imprese appaiono prudenti e chiedono ore di cassa che poi in gran parte non saranno utilizzate. Il tiraggio, ovvero l’uso effettivo della cassa, cala ancora e nei primi cinque mese è stato al 21,56% del totale delle ore chieste con poco più di un’ora su cinque chieste effettivamente utilizzata.

Ma la preoccupazione c’è, con la produzione industriale che, secondo l’Istat, nel secondo trimestre 2024 è calata dello 0,8% rispetto al primo. «E’ evidente – spiega la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese – che le aziende non considerano il mercato stabile e abbiano incertezze sul proprio futuro. Sostenere che l’occupazione va benissimo senza indagare la qualità della stessa a partire dalla moltitudine dei contratti a termine che poi sfociano nella disoccupazione e raccontare che l’economia va benissimo senza cogliere i segnali di incertezza e le difficoltà che vivono le imprese, sono le favole che ci vengono ripetute ma che non rappresentano il Paese reale».

Segnali di incertezza arrivano anche sul fronte delle domande di disoccupazione: l’Inps ha ricevuto a giugno 177.365 domande di disoccupazione tra Naspi e Discoll, con un aumento del 9% rispetto allo stesso mese del 2023, mentre nei primi sei mesi dell’anno le domande di disoccupazione arrivate all’Istituto sono state 843.635 con un aumento del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2023.

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