Volle, fortissimamente volle il presidente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti, sopprimere l’orsa KJ1 accusata di avere seguito un turista mentre impegnata a difendere i suoi cuccioli, nonostante non avesse all’attivo comportamenti aggressivi: l’associazione LNDC Animal Protection chiede al Tribunale di condannarlo per la violazione di un preciso ordine del presidente del Tribunale amministrativo volto a preservare in vita l’animale munito di radiocollare, oltre a chiedergli un pesante risarcimento per i danni morali e materiali conseguenti al suo comportamento nei confronti di KJ1 e di tutti gli orsi del Trentino che lui (e molti altri) vorrebbe drasticamente ridurre.
Secondo la memoria redatta dall’avvocato Paolo Emilio Letrari, ad aggravare il comportamento del Fugatti nei confronti degli orsi del Trentino ci sarebbe una «esplicita e pervicace volontà che non trova più un controlimite neppure nella possibilità (per le associazioni legittimate) di ricorrere alla Giustizia amministrativa, dacché, come si è potuto purtroppo constatare nel caso di specie, neppure i provvedimenti cautelari possono valere a tutelare il bene della vita dell’animale nelle more del giudizio di merito».
Per l’avvocato Letrari «c’è da chiedersi anche se l’abbattimento dell’esemplare protetto nelle more della già fissata udienza collegiale, seppure eseguito in forza di un provvedimento amministrativo solo formalmente diverso dall’ordinanza contingibile e urgente n. 2/2024, possa integrare addirittura gli estremi della contravvenzione di cui all’art. 650 c.p., dal momento che il decreto presidenziale n. 81/2024 nella sostanza aveva lo stesso oggetto ed ha prodotto lo stesso effetto che il Decreto cautelare monocratico del TRGA di Trento n. 21/2024 mirava ad impedire: l’uccisione dell’esemplare di specie protetta denominata KJ1».
Per i protezionisti «l’azione compiuta dalla amministrazione odierna – la provincia di Trento, ndr – resistente non solo, quindi, ha violato i fondamentali principi di giustiziabilità dell’azione amministrativa e giusto procedimento, sanciti dagli art. 24 e 113 della Costituzione, ed i precetti di cui all’art. 1 e 2 del c.p.a., ma ha anche violato il principio generale di correttezza e buona fede nell’azione amministrativa di cui al combinato disposto degli artt. 1 L. 241/1990, 1375 c.c. e 97 Cost. Ne deriva un fatto illecito ai sensi dell’art. 2043 c.c. che ha gravemente danneggiato l’immagine della associazione animalista odierna ricorrente, che ha visto in un attimo frustrato e vanificato un impegno portato avanti negli anni in difesa degli orsi e delle altre specie protette».
Per il difensore degli interessi dell’associazione protezionista, «con il ricorso principale LNDC Animal Protection ha chiesto al Giudice amministrativo di accertare e dichiarare la illegittimità per violazione di legge ed eccesso di potere del Decreto del Presidente della Provincia autonoma di Trento n. 81 del 29.07.2024.
Dalla illegittimità del suddetto provvedimento e dalla sua immediata esecuzione in violazione dei principi di giustiziabilità dell’azione amministrativa e di giusto procedimento, di cui agli artt. 24 e 113 della Costituzione, nonché dei principi di “giusto processo” e “leale collaborazione delle parti” di cui agli artt. 1 e 2 del c.p.a., e, infine, dalla esecuzione dell’ordine di abbattimento nonostante la misura cautelare adottata dalla Presidente del TRGA di Trento a protezione del bene della vita dell’orsa KJ1, deriverebbe anche la responsabilità della Provincia autonoma di Trento, ai sensi e per gli effetti degli artt. 1375 e 2043 c.c. nonché dell’art. 2059 c.c. e dell’art. 30 c.p.a. per i danni tutti subiti dalla associazione ricorrente (patrimoniali e non patrimoniali) sino alla indicata concorrenza della somma di euro 500.000,00».
Ora toccherà al giudice pronunciarsi sulla vicenda della gestione degli orsi del Trentino che da amministrativa potrebbe anche sconfinare in un procedimento penale a carico del Fugatti, con un risarcimento di una somma praticamente equivalente alle indennità di carica di un’intera legislatura. Sarebbe una decisione sicuramente dura, ma doverosa per ricondurre nell’alveo del rispetto della legge e del buon senso un personaggio che ormai troppe volte ha dimostrato di ergersi al di sopra delle regole e della buona amministrazione dell’Autonomia speciale, incassando le doverose censure da parte di tutti gli ordinamenti giurisdizionali del Paese, senza farne doveroso tesoro.
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