La manifattura italiana corre verso la crisi: dopo l’artigianato della moda, la metalmeccanica

Si susseguono i trimestri di calo della produzione e dell’export. Le imprese verso la riduzione della manodopera.

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manifattura italiana

La manifattura italiana va dritta verso la crisi, trascinata anche dalla corsa al ribasso della produzione in altri paesi europei, a partire dai maggiori come la Francia e, soprattutto, la Germania, colpendo in Italia, dopo l’annuncio di Confartigianato Moda delle scorse ore, anche la ben più consistente metalmeccanica.

Secondo i dati resi noti da Federmeccanica sul II trimestre 2024, la produzione metalmeccanica italiana continua a scendere e zavorra la manifattura italiana. La performance del settore è negativa anche nel secondo trimestre, con il segno meno che si espande nell’export e con le attese delle imprese che peggiorano.

L’indagine trimestrale di Federmeccanica traccia un quadro a tinte fosche. Va a picco il comparto dell’auto, con un calo che arriva a due cifre. Nel periodo aprile-giugno l’attività del settore metalmeccanico/meccatronico scende ancora segnando un ulteriore -1,5% rispetto al trimestre precedente, dopo il -2,1% registrato nei primi tre mesi dell’anno, «incidendo pesantemente sulle performance del resto dell’industria». Nel confronto annuo, la contrazione è del 3,4%, che fa seguito al -3,9% del I trimestre 2024, con una dinamica peggiore del complesso dell’industria (rispettivamente -0,8% congiunturale e -1,7% annuo).

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Il calo della produzione metalmeccanica riguarda più o meno i diversi comparti, ma per gli autoveicoli e i rimorchi raggiunge -10,4% rispetto ai tre mesi di inizio anno e tocca -16,2% considerando l’intero semestre rispetto a gennaio-giugno 2023.

Nel complesso continuano a pesare gli effetti delle politiche monetarie considerate ancora restrittive, l’incertezza alimentata dai conflitti in corso, la generale fiacchezza del ciclo manifatturiero così come le difficoltà del trasporto marittimo a partire dal mar Rosso.

Non va meglio nell’Unione europea dove la produzione metalmeccanica risulta in forte sofferenza nei principali paesi competitor, come Germania (-1,3% nel secondo trimestre sul precedente), Francia (-1,2%) e Spagna (-0,7%). E a pagare è l’export. Nell’arco dei primi sei mesi dell’anno le esportazioni metalmeccaniche italiane segnano -3,2% annuo e –4,3% congiunturale.

Le aspettative nel breve periodo per il settore metalmeccanico della manifattura italiana non sono rosee. Sempre secondo l’indagine di Federmeccanica, il 32% delle imprese (in forte aumento rispetto al precedente 21%) prospetta una contrazione nei livelli di produzione. Aumenta anche la quota di imprese che prevedono una riduzione dei livelli occupazionali nei prossimi sei mesi (14% in salita dal precedente 11%), mentre nel periodo gennaio-luglio 2024 le ore autorizzate di cassa integrazione sono aumentate del 38,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con un incremento della Cig ordinaria del 70,1% e del 3,5% per quella straordinaria.

«Siamo in difficoltà, su tutta la linea dalla produzione industriale all’export – commenta il vicepresidente di Federmeccanica, Diego Andreis -, ci troviamo in mezzo ad un guado e serve un lavoro di concerto, Europa tutta assieme, per uscirne senza lasciare indietro nessuno».

E per evitare un effetto a cascata: «se il nostro settore non va bene, tutti ne risentono», rimarca il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, sostenendo che la metalmeccanica rappresenta «un vero e proprio interesse nazionale, e come tale va tutelato e sostenuto».

L’andamento negativo della metalmeccanica fa il paio con gli altri settori della manifattura italiana, come quello segnalato da Confartigianato Moda, che ha chiesto al governo Meloni una decisa presa di posizione a sostegno del settore, stretto tra un calo dell’export e degli ordinativi, oltre alla cronica carenza di liquidità e alle difficoltà di accesso al credito.

L’industria e l’artigianato attendono dal ministro Adolfo Urso una netta reazione, che potrebbe concretizzarsi la settimana ventura in Europa quando di dovrà discutere la proposta dello stesso Urso di anticipare la rivisitazione degli scenari irrealistici del “Green Dealrelativi al settore automotive, che da solo costituisce la parte fondamentale dell’economia europea.

 

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