Ciclo idrico integrato del Trentino, creare una società autonomia a totale proprietà pubblica

La proposta di Fratelli d’Italia per arrivare a superare la parcellizzazione della gestione dell’acqua. Lo stesso di dovrebbe fare anche per la gestione del ciclo dei rifiuti.

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Superare l’attuale frammentazione del ciclo idrico integrato (gestione di acquedotto, fognatura e depurazione) in Trentino scorporando la società Novareti dall’ambito del gruppo Dolomiti Energia e farvi confluire tutti i comuni che ancora oggi gestiscono direttamente il ciclo idrico, più o meno integrato, perché in Trentino ci sono ancora realtà che non sono allacciate ad un depuratore.

La proposta parte dal gruppo consiliare di Rovereto di Fratelli d’Italia, con un atto di indirizzo strategico rivolto all’amministrazione comunale, a sua volta tra i principali azionisti di Dolomiti Energia.

Nello specifico, Fratelli d’Italia chiede che «la condotta societaria di Dolomiti Energia Holding S.p.A. persegua il fine di rendere totalmente pubblica la gestione della risorsa idrica, in particolare di scorporare la gestione del ciclo idrico gestito da NOVARETI in modo da poter costituire una società a totale controllo pubblico e creare così l’embrione di un gestore unico provinciale.

Tale società avrà la possibilità di:

  1. espandersi velocemente nel territorio provinciale acquisendo con facilità la gestione di nuovi comuni, proteggendo la gestione da realtà esterne (nazionali ed internazionali);
  2. sollevare i comuni da responsabilità e incombenze di tipo gestionale (vedi mantenimento del servizio e della qualità dell’acqua) e normativo (vedi i numerosi nuovi adempimenti da rispettare) che non sono in grado di affrontare e sostenere;
  3. ricevere costantemente e continuativamente contributi pubblici per poter fare investimenti di tipo ordinario, straordinario e strutturale, mantenendo una tariffa calmierata ed uniforme sul territorio;
  4. strutturarsi con personale in quantità e qualità tali da poter competere con le maggiori relatà nazionali, evitando così inutili frazionamenti territoriali e gestionali, raggiungendo e mantenendo in Trentino i parametri di qualità al vertice in Italia;
  5. progettare e costruire opere di valenza sovracomunale, mettendo così a fattor comune le migliori fonti di approvvigionamento e creando sistemi efficienti e resilienti capaci di affrontare il cambiamento climatico (sia affrontando periodi siccitosi, che fenomeni atmosferici di forte intensità come le bombe d’acqua);
  6. acquisire in un secondo momento la gestione della depurazione provinciale, chiudendo in maniera completa il ciclo idrico integrato, massimizzando le economie di scala e la connessione delle tre fasi di gestione del ciclo idrico integrato acquedotto, fognatura e depurazione.

Fratelli d’Italia chiede poi di scorporare la produzione di energia idroelettrica gestita da Hydro Dolomiti Energia, mantenendo in mano pubblica le quote di cui all’atto di prelazione appena esercitato.

Rimane fuori dalla proposta il ciclo dei rifiuti, dove sarebbe opportuno che la politica tutta mostrasse maggiore attenzione volta alla sua chiusura con la realizzazione di un impianto per la termovalorizzazione della parte non riciclabile che ora deve essere esportata in altre regioni con notevole aggravio dei costi di gestione del servizio (11 milioni all’anno), quando con un po’ di coraggio – che qualcuno farebbe bene a darselo se non ce lo ha – si potrebbero abbattere sensibilmente costi e impatto ambientale, come del resto dimostra la pluridecennale storia di analogo impianto esistente a Bolzano.

E mentre la politica scarica da un comune all’altro la localizzazione dell’impianto, Rovereto potrebbe farsi avanti per ospitarlo affiancandolo all’attuale centrale di teleriscaldamento alimentata a gas metano, integrando l’attuale turbogas che produce energia elettrica e termica anche un forno di combustione della parte non riciclabile del rifiuto, utilizzando il calore per alimentare un gruppo turbovapore per produrre energia elettrica e per alimentare il teleriscaldamento la cui rete andrebbe estesa anche per abbattere le emissioni dei singoli impianti di riscaldamento di condomini e case singole.

 

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