Cooperazione Emilia Romagna: in regione un terzo del fatturato nazionale di settore

Sul territorio presenti 4.281 cooperative con 233.261 addetti e un fatturato di 44,69 miliardi di euro, pari al 13,6% del totale.

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Cooperazione Emilia Romagna cooperative in Emilia Romagna

Con le sue 4.281 imprese cooperative attive composte da 233.261 addetti e un fatturato aggregato di 44,69 miliardi di euro (pari al 13,6% del totale regionale), la cooperazione Emilia Romagna è un attore protagonista del sistema economico, produttivo e sociale regionale, assicurando un’occupazione stabile e di qualità al 12,8% degli occupati in regione.

Questi alcuni dei dati presenti nel IV Rapporto biennale sullo stato della cooperazione 2022-23 realizzato dalla regione Emilia Romagna in collaborazione con Unioncamere Emilia Romagna, e con il contributo delle centrali cooperative riunite nella Consulta della Cooperazione.

L’Emilia Romagna risulta la terza regione in Italia per numero di cooperative, mentre al secondo per numero di addetti. La regione sale invece al primo posto quando si parla di incidenza della cooperazione sul totale degli addetti regionali, perché in questo caso ogni mille occupati 128 lavorano nel mondo cooperativo (la media italiana è 70 addetti ogni mille). Primato assoluto della cooperazione Emilia Romagna per il fatturato sviluppato dalle sue aziende: 44,69 miliardi di euro, con la Lombardia al secondo posto con una quota inferiore di più della metà (18,69 miliardi di euro).

Osservando l’andamento evidenziato dal Rapporto, il numero delle cooperative in Emilia Romagna nel 2023 è sceso del 4,6% in linea con un andamento ormai consolidato dettato in particolare dalle politiche di aggregazione promosse tra le varie strutture; in leggera flessione gli addetti (-1,9%) dopo anni di crescita, mentre il fatturato complessivo è cresciuto del 3,3%. Peraltro, circa un terzo del fatturato cooperativo nazionale è “Made in Emilia Romagna”.

«Le nostre cooperative ambiscono ad attivare nei territori processi di innovazione trasformativa, superando i confini tra i settori e coinvolgendo i diversi soggetti presenti, per promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo – afferma Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna -. Le nostre associazioni di categoria devono avere il coraggio di andare oltre la loro mera funzione di rappresentanza, agendo come un vero e proprio sindacato di territorio. D’altronde, anche l’Unione Europea ci riconosce un ruolo fondamentale nell’ambito della strategia sull’economia sociale, avendo compreso che un sistema basato esclusivamente sulla remunerazione del capitale non tiene più rispetto alle sfide delle trasformazioni sistemiche – aggiunge Milza -. Confidiamo che il piano nazionale di attuazione dell’economia sociale, tutt’ora in preparazione, possa prevedere anche forme di sostegno e incentivi per la creazione di nuove imprese cooperative».

«Le imprese cooperative dell’Emilia Romagna sono impegnate con investimenti per consolidare la loro presenza e intercettare le nuove opportunità, nei settori del facility, della ristorazione, dell’agroalimentare, della manifattura ad alto valore aggiunto. Ma la cooperazione, soggetto primario dell’economia sociale, è un attore fondamentale per rafforzare la coesione territoriale e contrastare le diseguaglianze che le transizioni, se non governate, generano – dichiara Daniele Montroni, presidente di Legacoop Emilia Romagna -. Attraverso la forma d’impresa cooperativa, in un rapporto stretto con le istituzioni, si possono costruire nuove risposte ai bisogni sociali».

 

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