Competenze trasversali nelle professioni in FvG con Confprofessioni

Il progetto sulle soft skill negli studi professionali è stato anticipato da un interessante evento il 9 luglio scorso organizzato da Confprofessioni Friuli Venezia Giulia. Ne parliamo con la presidente di Confprofessioni Friuli.

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Il progetto sulle soft skill negli studi professionali che lega le delegazioni territoriali di Confprofessioni in Veneto, Trentino, Alto Adige e Friuli Venezia Giulia è partito e si concluderà nel 2025.  Il 9 luglio scorso si è tenuto un interessante convegno su questi temi che – di fatto – ha anticipato alcune tematiche del progetto.

Andrea Cecchetto, consigliere Confprofessioni Veneto, dialoga con la presidente di Confprofessioni Friuli Michela Diracca.

“Presidente Diracca, nel corso del vostro convegno avete parlato di politiche regionali a sostegno dei professionisti in Friuli. Può dirci cosa prevede la vostra regione per i professionisti?”

«La Regione Friuli Venezia Giulia prevede una serie di contributi a fondo perduto per l’avvio dell’attività professionale, per la formazione in Italia e all’estero nonché per esperienze professionali all’estero. La contribuzione raggiunge cifre significative, fino a € 30.000,00 per l’avvio in forma associata, ma al momento è riservata al primo triennio di attività e, per la formazione ed esperienza professionale, agli under 36.
Senz’altro è un sostegno significativo per la crescita professionale anche a livello di soft skills potendo coprire anche la partecipazione a convegni ed eventi anche internazionali che consentono di ampliare quella che è la formazione “classica” legata agli aspetti prettamente tecnici della professione; ora è importante che l’iniziativa possa aprirsi anche  ad altre fasce di età proprio per l’importanza che la formazione su nuove tecnologie e soft skills riveste per tutti i professionisti, anzi, a volte anche maggiormente per chi ha già un’attività avviata da tempo e nasce professionalmente distante da questi concetti.», spiega la presidente di Confprofessioni Friuli Michela Diracca.

“Una parte del convegno è stata dedicata ad un dibattito sulle sfide della libera professione – continua Cecchetto –  e sono intervenuti professionisti appartenenti a professioni differenti. Quali sono stati i messaggi che più le sono rimasti in mente?

«Senz’altro le sfide più grandi riguardano l’aggregazione professionale e l’appeal della libera professione nei confronti delle generazioni più giovani.
Molto spesso la libera professione viene percepita come un’attività non sufficientemente redditizia se commisurata all’impegno richiesto ed alla difficile conciliazione vita personale – lavoro.

Non è semplice far comprendere la potenzialità che la libera professione offre nelle sue infinite sfaccettature anche in termine di settori in cui si può andare ad operare. Anche le professioni più classiche – ingegnere, commercialista, avvocato per menzionarne alcuni – si declinano ormai in mille possibilità di consulenza ad Enti e aziende, avvalendosi di nuove tecnologie come BIM, AI e molto altro.

E’ importante veicolare fin dalle scuole superiore delle informazioni che possano – mi si passi il termine – “svecchiare” la libera professione nell’immaginario dei giovani.

L’aggregazione è poi la risposta sia alla sempre maggiore complessità delle problematiche con cui i professionisti si devono confrontare che alla conciliazione vita personale – lavoro: una maggiore efficienza consente infatti di evitare un carico eccessivo sul singolo e suddividerlo sulla struttura con una più corretta gestione del tempo.

In questo senso il percorso formativo che Confprofessioni sta sviluppando centra l’obiettivo di aiutare i liberi professionisti a fare un salto di qualità nella gestione della propria quotidianità lavorativa oltre alla preparazione tecnica, che rimane la base imprescindibile del nostro operato, ma non è più sufficiente per una risposta efficace alle sfide che ci si pongono davanti.

Una parola da spendere – conclude Diracca – anche sul significativo aumento della percentuale femminile nel mondo della libera professione, in verità registrando ancora un ritardo nell’ambito tecnico, rilevando però ancora un pesante gap reddituale sul quale probabilmente sempre l’aggregazione potrebbe giocare un ruolo positivo»