Domenica prossima 17 novembre (e lunedì) la regione Emilia Romagna si reca al voto anticipato dopo lo scioglimento dovuto al carrierismo dell’ex presidente della regione, il Dem Stefano Bonaccini, che ha preferito un seggio europeo lautamente pagato al futuro della propria comunità. Forse lo ha fatto anche per i molti errori che la sua giunta lascia sul terreno, a partire dalla mancata manutenzione puntuale del territorio, all’origine delle ripetute disastrose alluvioni.
Nel corso di un evento elettorale, Bonaccini nel sostenere il candidato presidente del Pd, Miche de Pascale, sindaco di Ravenna, ha ammesso di avere fatto degli errori nel corso del suo mandato: «de Pascale e l’aspirante consigliera Isabella Conti fanno parte di una nuova generazione di politici, ne sono orgoglioso – dice – perché vuol dire che abbiamo seminato qualcosa di buono. Vedrete che de Pascale farà meglio di me, correggerà errori che ho fatto».
Errori o sviste che la stessa Conti, ex sindaco di San Lazzaro di Savena, elenca come aspetti della mancata azione politica durante la gestione quasi decennale della regione Emilia Romagna di Bonaccini: «dobbiamo essere estremamente concreti nelle politiche del futuro, ho fatto una proposta a de Pascale sulla casa, su un’agenzia regionale che vada a recuperare tutto lo sfitto. Solo su Bologna ci sono 13.000 alloggi sfitti: bisogna fare degli accordi direttamente con i proprietari. Gli diciamo fallo con me Regione il contratto e te lo pago io, ma al il 30% in meno del mercato».
Già, la concretezza, quella che a differenza di Bonaccini potrebbe essere interpretata dalla candidata presidente del centro destra, Elena Ugolini, alla quale Bonaccini imputa la mancanza di esperienza negli enti locali: «è una bravissima persona ma non ha mai trascorso un’ora della sua vita in un comune o in una regione: non è una colpa ma una constatazione. Se ti candidi alla guida di una grande regione per me non puoi non conoscere gli enti locali. E infatti da alcune cose che ho sentito che ha detto mi pare che li conosca davvero poco».
Sarà anche così, ma a volte la presunta inesperienza di una persona che è anche stata sottosegretario al ministero dell’Istruzione e università, oltre che insegnante, potrebbe essere la chiave giusta per dare un colpo di reni alla gestione della Regione, anche cavalcando la voglia di cambiamento che sempre più frequentemente soffia anche nello storico feudo rosso dell’Emilia Romagna, che paga probabilmente un eccesso di autoreferenzialtà. Oltre ad una scarsa concretezza nell’amministrazione puntuale di ogni giorno, come conferma la candidata Conti, più attenta agli equilibri ideologici tra le varie forze della maggioranza uscente che per operare concretamente risolvendo le esigenze dei cittadini e delle imprese, prevenendo per quanto possibile emergenze come quella delle ripetute alluvioni che potevano essere grandemente contenute se solo la regione guidata da Bonaccini con una Elly Schlein come vicepresidente prima della sua elezione al Parlamento avesse speso tutti i fondi per la manutenzione del territorio erogati dallo Stato.
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