La Superstrada Pedemontana veneta costerà 157 milioni di euro nel triennio 2025-‘27

Camani (Pd): «le previsioni 2017 prevedevano “solo” 45 milioni di oneri per la regione Veneto».

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superstrada Pedemontana Veneta

La Superstrada Pedemontana veneta è ancora al centro dell’attenzione della politica per via dei costi che gravano sul bilancio della regione Veneto, che rischia di essere notevolmente appesantito per gli anni a venire, specie se i previsti flussi di traffico non si concretizzeranno.

«In base alle previsioni iscritte nel bilancio 2025-2027, la Giunta regionale prevede che per i prossimi tre anni la Superstrada Pedemontana veneta costerà 113 milioni di euro. A questi vanno però sommati i 44 milioni del 2024, pari alla differenza tra gli incassi dai pedaggi effettivi e presunti e il canone riconosciuto al concessionario. In totale, arriviamo alla cifra record di 157 milioni, quando le previsioni del 2017 prevedevano un esborso di “soli45 milioni» denuncia il capogruppo del Pd in Consiglio regionale del Veneto, Vanessa Camani, definendo la Superstrada «un’operazione che nei primi tre anni e dieci mesi costa 112 milioni in più del previsto, senza che nessuno ne chieda conto al presidente Zaia».

Per Camani «il fatto che un debito così significativo ricada sul bilancio della Regione assume contorni ancora più gravi, perché la mannaia si abbatte in una fase di estrema ristrettezza economica, con un bilancio regionale già alla canna del gas, tanto che Zaia, inevitabilmente, malgrado i suoi proclami di Veneto regioneTax free”, ha dovuto ricorrere all’aumento dell’Irap, oltre a dover attingere, per riuscire a pagare il deficit, alle riserve messe a disposizione da Cav», la società autostradale che gestisce il passante esterno di Venezia dell’A4 compartecipato al 50% tra la regione Veneto e Anas.

Secondo Camani «con la definizione del terzo atto convenzionale si è deciso di ribaltare a sfavore del pubblico il meccanismo della finanza di progetto: entrate certe per il privato (canone) e incertezza e rischio di impresa per il pubblico (entrate da pedaggi). L’ottimismo è senza dubbio un’ottima predisposizione umana, ma diviene metodo pericoloso se applicato ai conti pubblici», sui quali un po’ di maggiore attenzione da parte della Corte dei conti non guasterebbe.

 

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