Galeotto è stato il censimento etnico che periodicamente si svolge in Alto Adige per valutare la consistenza di italiani, tedeschi e ladini sul territorio della provincia autonoma, che serve anche per l’accesso ai servizi pubblici e ai posti di lavoro divisi sulla base delle quote.
A Merano il censimento etnico ha fatto emergere il superamento della popolazione italiana su quella tedesca, recuperando una situazione di vent’anni fa, quando in città era forte la presenza di militari in servizio di ruolo e di leva.
Ora però, con il recente censimento etnico, gli italiani sono tornati in prima posizione con il 51,37%, contro il 48,26% tedeschi. Non si tratta di un fatto di poco conto, perché incide anche sull’ordine delle lingue sulla segnaletica stradale e nelle comunicazioni ufficiali. Secondo la legge, ora l’italiano dovrebbe infatti tornare in prima posizione, ovvero “Corso della Libertà” prima di “Freiheitsstraße”, almeno sui cartelli nuovi. Chi entra in città arrivando in automobile seguendo i cartelli stradali il dubbio sorge, visto che su alcuni c’è scritto “Merano/Meran”, mentre su altri è “Meran/Merano”. Sembra strano, ma la disposizione non è casuale ma la toponomastica è rigidamente regolamentata. Sull’autostrada, di competenza statale, è anteposto il toponimo italiano, mentre sulle strade extraurbane, gestite direttamente dalla Provincia, compare per primo il nome in tedesco ossia nella madrelingua del 70% della popolazione altoatesina. Nella toponomastica comunale, l’ordine rispecchia la composizione dei gruppi linguistici locali. Se con il censimento del 2001, il gruppo linguistico tedesco a Merano aveva superato quello italiano e negli ultimi due decenni sui nuovi cartelli la denominazione in tedesco è stata messa al primo posto, ora però tutto dovrebbe tornare come prima.
Situazione colta immediatamente dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Paola Zampieri, che ha presentato una mozione per chiedere l’aggiornamento dell’ordine delle lingue sui cartelli delle vie di Merano perché «la segnaletica rappresenta uno dei simboli più visibili dell’identità e dell’organizzazione del territorio. Per questo, è giusto che rifletta la realtà demografica e sociale attuale della città, in coerenza con il principio di rappresentanza equa tra i gruppi linguistici».
Una situazione che comunque riguarderà solo la nuova toponomastica, perché sostituire anche quella esistente, come ha sottolineato il sindaco Dario dal Medico, costerebbe troppo.
Il risultato del censimento etnico non è stato preso bene dagli oltranzisti tedeschi di Süd–Tiroler Freiheit secondo cui «se non vogliamo che il nostro gruppo etnico finisca come le minoranze di Aosta o dell’Alsazia, dobbiamo prendere rapidamente delle contromisure» afferma Bernhard Zimmerhofer, consigliere provinciale del partito fondato da Eva Klotz.
«Fratelli d’Italia, che è anche partner di coalizione della Svp nella giunta provinciale, ha presentato una mozione in Consiglio comunale per chiedere che la lingua italiana venga privilegiata rispetto al tedesco nella cartellonistica pubblica – afferma Zimmerhofer -. Lo status di minoranza tedesca e ladina nello Stato straniero si deteriorerà gradualmente e drammaticamente in tutti i settori, man mano che l’immigrazione continuerà e molti giovani altoatesini emigreranno all’estero» riferendosi al fatto che molti migranti al censimento linguistico si dichiarano italiani e che numerosi sudtirolesi dopo l’università in Austria e Germania non tornano in Alto Adige, spostando così l’equilibrio tra i gruppi linguistici.
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