Inflazione 2024 a +1%, ma alimentari corrono il doppio

Bolzano, Padova e Trento aumenti più che doppi. Consumatori, stangata sulle famiglie.

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L’inflazione 2024 viaggia a due velocità. Da un lato, nel 2024 l’indice dei prezzi al consumo cresce dell’1%, registrando a dicembre un aumento dello 0,1% sul mese e dell’1,3% sull’anno. Dall’altro sui prodotti alimentari la dinamica dei prezzi è più che doppia, al +2,2% secondo le risultanze dell’Istat.

Il costo del cosiddetto “carrello della spesa“, che include beni alimentari, per la cura della casa e della persona, tocca +2,0% (contro il +9,5% del 2023). In rallentamento risultano principalmente i prezzi di alimentari non lavorati (da +3,8% a +2,3%) e servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,7% a +3,1%). Al contrario, accelerano i prezzi degli energetici regolamentati (da +7,4% a +12,7%), mentre si attenua il calo di quelli non regolamentati (da -6,6% a -4,2%).

Per le famiglie a minore capacità di spesa, l’inflazione in media d’anno si è ridotta di 6,4 punti percentuali, passando da +6,5% del 2023 a +0,1% nel 2024, mentre per quelle più abbienti la discesa dell’inflazione è meno ampia: da +5,7% a +1,6%.

Per il Codacons l’inflazione nel 2024 «ha prodotto un maggior esborso a carico delle famiglie italiane per complessivi 8,5 miliardi di euro, 448 euro in più annui per una famiglia con due figli». L’analisi di Assoutenti riporta che lo scorso anno «solo per bere e mangiare gli italiani hanno speso 3,9 miliardi di euro in più rispetto al 2023». L’Osservatorio nazionale di Federconsumatori rilancia l’allarme costo dell’energia: «i prezzi dei beni energetici regolamentati nel 2024 sono passati da +7,4% a +12,7% e nel 2025 sono destinati a raggiungere aumenti ben più consistenti», con il rischio di una «stangata di +914,04 euro annui» a nucleo familiare per il 2025.

Il titolo di città con inflazione più alta resta a Bolzano (2,3%, il mese prima era 2,1%), incalzata da Padova (+1,9%, stabile), seguita da Genova, Rimini e Trento (+1,8%). I numeri più bassi si attestano a Modena, Aosta e Firenze (+0,7%). Considerando le cinque ripartizioni geografiche, l’inflazione si attesta al di sopra del dato nazionale nel NordEst (stabile a +1,4%), è pari nel Centro (da +1,4% a +1,3%) e al Sud (stabile a +1,3%), mentre è al di sotto nelle Isole (in accelerazione da +1,1% a +1,2%) e in NordOvest (in rallentamento da +1,3% a +1,1%). Sono sei le regioni (Veneto, Campania, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Toscana) in cui l’inflazione del 2024 è più ampia di quella nazionale.

 

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