Caro casa: in Trentino è tra i più elevati tra i capoluoghi di regione

Due terzi delle famiglie spendono oltre il 27% in più della media nazionale, solo di poco sotto rispetto alle grandi città.

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In Trentino è caro casa per le famiglie residenti per coloro che vogliono acquistare la “prima casa”, con due terzi delle famiglie trentine (63,4%) che sono disposte (meglio, costrette) a spendere fra i 169.000 e i 349.000 euro per l’acquisto di una casa. Si tratta di una percentuale significativamente più alta rispetto alla media dei capoluoghi di provincia italiani che si attesta al 23,3% e anche superiore alla media di quelli di regione (26,9%) e delle grandi città metropolitane (39,3%).

Il dato riguarda il primo semestre del 2024 ed è stato ufficializzato dal Centro Studi del gruppo Tecnocasa sulla base di 1.729 richieste pervenute ai propri uffici in provincia. A differenza che nel resto del Paese, dove la stragrande maggioranza della disponibilità economica arrivava a 119.000 euro, con un picco medio del 46% per i capoluoghi di provincia, in Trentino nella fascia più bassa le domande erano appena il 6,3%, forse anche a causa della mancanza di offerta di simili appartamenti.

Con una disponibilità tra 120.000 e 169.000 euro in Trentino le richieste avevano raggiunto il 17,9% del totale, a fronte di una media dei capoluoghi di provincia e regione di poco inferiore al 29%. Il maggior numero di richieste in provincia di Trento (il 32,5% del totale) ha riguardato la fascia compresa fra 169.000 e 249.000 euro: 10 punti in più rispetto alla media delle grandi città e il doppio rispetto a capoluoghi di provincia e regione. Nella classe superiore (da 250.000 a 349.000 euro) le richieste in Trentino hanno totalizzato il 30,9% contro il 16,6% delle grandi città, il 7,6% dei capoluoghi di regione e il 6,6% di quelli di provincia. In questa fascia Milano e Roma, le due metropoli più care d’Italia, si sono attestate al 24,9%. Nelle tre categorie successive, il Trentino è all’8,2% (350.000 – 474.000), al 3% (475.000 – 629.000) e all’1,2% (oltre 630.000) a fronte di medie che arrivano rispettivamente all’8,7%, al 3,3% e all’1,9% nelle grandi città. Di fatto, i quasi 120.000 abitanti di Trento sono equiparati a città da oltre il milione di abitanti.

Di fatto il caro casa vigente in Trentino costringe le famiglie ad una spesa decisamente più alta rispetto alle altre zone d’Italia, anche delle metropoli, contribuendo così ad incrementare l’inflazione e a ridurre il potere d’acquisto dei residenti, con una quota rilevante delle entrate destinate al pagamento delle rate del mutuo.

Mutui che sono sempre più difficili da accedere per i richiedenti che non hanno uno stipendio fisso superiore alla media o un’età superiore ai 50 anni, cosa che riguarda soprattutto le persone che hanno svolto attività lavorativa in varie zone del Paese e che poi terminano la loro carriera in Trentino, nonostante la disponibilità di un’adeguata disponibilità economica. Sarebbe opportuno che le garanzie pubbliche esistenti a favore dei gioviani fino a 35 anni per l’acquisto della “prima casafosse esteso con un rischio economico pressoché nullo anche agli ultracinquantenni per consentire la stipula di mutui ventennali.

 

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