Lo strumento del payback sanitario escogitato dalle fervide menti del governo Renzi poi prorogato da tutti quelli che si sono succeduti per scaricare i buchi di bilancio nelle aziende sanitarie scavati da assessori regionali e manager non all’altezza del loro incarico sui bilanci delle aziende fornitrici di dispositivi sanitari oltretutto con anni di ritardo e con bilanci aziendali chiusi non smette di fare danni come denuncia Gennaro Broya de Lucia, presidente di Conflavoro PMI sanità, le società del medtech italiano, a cominciare da quelle del Polo mirandolese fiore all’occhiello della produttività biomedicale della regione Emilia Romagna, primo in Italia e secondo a livello Europeo, che hanno poco da stare tranquille.
La direzione regionale della sanità dell’Emilia Romagna, con una mossa a sorpresa nell’ultimo giorno del mandato di Luca Baldino, ha deciso di rompere gli indugi ed inviare decine di pec con intimazioni di pagamento e preavviso di “compensazione” alle aziende fornitrici del sistema sanitario regionale.
Una mossa quantomeno azzardata, rincara la dose il prof. Avv. Giampaolo Austa (Legal Team – Conflavoro PMI sanità), «certamente elusiva dei provvedimenti di sospensione cautelare emanati dal TAR in favore della maggior parte delle imprese coinvolte. Se la Regione dovesse dare seguito alle compensazioni, sarà la magistratura penale a dover valutare le rispettive responsabilità per la violazione delle ordinanze esplicite del TAR. Non vogliamo credere che la Regione voglia arrivare a tanto anche vista l’imminenza delle prime udienze pubbliche. In ogni caso, abbiamo già predisposto una diffida a nome delle imprese da noi rappresentate e siamo pronti a difendere le società ad oltranza».
Lo strafalcione del payback sanitario, una sorta mega patrimoniale per giunta retroattiva immaginata dal governo Renzi, rischia di mettere in crisi la maggior parte delle imprese italiane che riforniscono le strutture ospedaliere.
«Se la regione non vuole ritrovarsi sommersa da centinaia di processi e farsi del male da sola causando il fallimento delle sue migliori imprese e perdere migliaia di posti di lavoro – commenta Broya de Lucia -, farebbe bene ad accettare la nostra richiesta di incontro urgente con i vertici regionali per trovare un punto di incontro che rispetti le imprese e salvaguardi la produttività regionale». Oltre alla regolarità contabile delle aziende, c’è anche la questione dell’affidabilità delle imprese presso le banche finanziatrici e la Camera di commercio che il payback sanitario retroattivo di anni, fino anche a 10, rischia di compromettere.
Da parte sua, la regione per bocca dell’assessore alla sanita, Massimo Fabi e del vicepresidente Vincenzo Colla affermano di volere superare la situazione, chiedendo al governo di intervenire per tutelare le aziende del biomedicale regionale.
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