Smog, salgono a 25 le città fuorilegge nel 2024 specie nel NordEst

Rapporto Mal'Aria, Frosinone, Milano, Verona e Vicenza maglie nera per Pm10.

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Smog da bollino rosso Qualità dell’aria inquinamento allarme smog scritta su vetro inquinamento

Peggiora nel 2024 la situazione dello smog nelle città italiane: aumentano a 25 (dai 18 del 2023) su 98 in totale, i centri urbani in cui sono stati superati i limiti giornalieri di polveri sottili Pm10 attraverso la rilevazione effettuata da 50 centraline.

Al primo posto per inquinamento si conferma Frosinone che insieme con Milano sono maglie nere con 68 giorni di sforamenti, seguite da Verona con 66 e Vicenza con 64 secondo il rapportoMal’Aria di città 2025” di Legambiente, in cui si rileva che rispetto ai nuovi obiettivi europei al 2030 la situazione è ancora più critica: sarebbero fuorilegge il 71% delle città per il Pm10 e il 45% per l’No2 (biossido di azoto).

«Sforamenti registrati in più centraline nella stessa città – osserva Legambiente – sono il segno di un problema diffuso e strutturale in molte aree urbane». L’associazione ambientalista ricorda che «il 2030 è alle porte, servono scelte coraggiose ora. È fondamentale investire nella mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico e rendendo le città più vivibili, con spazi pedonali e ciclabili. Urgente anche intervenire su riscaldamento domestico e agricoltura, riducendo l’impatto degli allevamenti intensivi e integrando le politiche su clima, energia e qualità dell’aria».

«Con l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, a partire dal 1 gennaio 2030, salirebbero a 70 le città fuorilegge» per smog rispetto alla nuova soglia di 20 microgrammi (µg) per metro cubo di polveri sottili Pm10, spiega Legambiente, precisando che «tra le città più indietro, che devono ridurre le concentrazioni attuali tra il 28% e il 39%, ci sono Verona, Cremona, Padova e Catania, Milano, Vicenza, Rovigo e Palermo».

Il quadro non migliora con il biossido di azoto (No2): oggi, il 45% dei capoluoghi (44 città su 98) non rispetta i nuovi valori di 20 µg/mc. Le situazioni più critiche si registrano a Napoli, Palermo, Milano e Como, dove è necessaria una riduzione compresa tra il 40% e il 50%.

Il responsabile scientifico di Legambiente, Andrea Minutolo, rileva che «i dati del 2024 confermano che la riduzione dell’inquinamento atmosferico procede a rilento, con troppe città ancora lontane dagli obiettivi target. Le conseguenze non si limitano all’ambiente, ma coinvolgono anche la salute pubblica e l’economia».

 

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