Almalana, un concime bio pregiato dagli scarti delle fungaie, piume e lana

La startup trentino-veneto-friulana ha registrato un brevetto che interpreta l’economia circolare abbattendo l’impatto ambientale e i costi.

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Il pellet prodotto al termine del ciclo di produzione Almalana.

Un concreto esempio di economia circolare è interpretato da Almalana, una startup nata dall’intuizione di un imprenditore trentino di 72 anni che non si rassegna alla comoda e dotata pensione, di un consorzio di produttori di funghi che deve smaltire i substrati di produzione e gli allevatori di oche e di pecore che devono gestire gli scarti di lana e di piume utilizzate nella produzione di piumini di lusso realizzando un concime bio pregiato coperto da un brevetto.

Roberto De Laurentis, imprenditore nel campo informatico oltre che attivo nella vita dell’associazionismo imprenditoriale con la presidenza degli artigiani del Trentino, ha deciso di investire in una start-up innovativa in Friuli Venezia Giulia attiva nei fertilizzanti biologici. «Mi piaceva l’idea di provare a fare qualcosa per le prossime generazioni dando una seconda vita a dei prodotti di scarto» dice De Laurentis, azionista di maggioranza relativa (40%) e amministratore delegato di Almalana di Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone, assieme all’altro socio di riferimento, il Consorzio Funghi Treviso, il più grande d’Italia del comparto (al 30%), oltre ad altri soci minori.

Fondata nel 2019, Almalana è un esempio di economia circolare con una quindicina di dipendenti (a regime saranno il doppio) che recupera i substrati di terra esausti utilizzati nella coltivazione dei miceti (il consorzio, primo produttore d’Italia ne commercializza ben 180.000 quintali all’anno) e gli scarti della lana delle pecore e delle piume d’oca utilizzati nella produzione di piumini di lusso Moncler.

Piume e lana grezza vengono micronizzate e mescolate alla terraesausta” delle fungaie in un ex cotonificio convertito per ospitare un biodigestore di 160 metri di lunghezza e 20 di larghezza. Il nuovo concime è pronto dopo due mesi di trattamento che consiste in una continua miscelazione con insufflaggio di aria in formato di pellet pronto da essere aggiunto al terreno.

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Il risultato al termine del progesso di digestione tra i substrati esausti di terre, piume d’oca e lana di pecora.

Per la produzione, l’impresa (13 milioni di investimento complessivo) ha sviluppato un brevetto, che il ministero dello Sviluppo economico ha approvato lo scorso anno. «Viene prodotto un humus destinato ad arricchire i terreni che migliora molto le caratteristiche chimico fisiche, che può essere addizionato anche con altri minerali a seconda delle caratteristiche dei terreni o delle coltivazioni da ottenere – dice De Laurentis -. Il tutto partendo da elementi di scarto che da costo – il solo smaltimento dei substrati esausti delle fungaie costano 1,5 euro a quintale per ciascuno dei quasi 300.000 quintali all’anno di terre da smaltire – e da problema si trasformano in preziosa risorsa».

La commercializzazione del nuovo fertilizzante Almalana è appena partita all’insegna dell’interesse di molti produttori agricoli di Calabria, Lazio, Veneto e alcune aziende trentine, distribuito in sacconi da sei quintali.

 

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