Intelligenza artificiale e democrazia: sfide e opportunità al centro del dibattito a Padova

L’intelligenza artificiale sta ridefinendo il rapporto tra informazione e democrazia. Tra opportunità e rischi, la tavola rotonda a Padova esplora l’impatto degli algoritmi sulla disinformazione e sulla discriminazione. Un confronto aperto tra esperti per comprendere le sfide del futuro digitale.

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Il 26 febbraio 2025, alle ore 14:30, lo storico Palazzo Bo di Padova ospiterà una tavola rotonda che promette di aprire un dibattito di assoluta attualità: il rapporto tra intelligenza artificiale e democrazia. L’evento, che si svolgerà presso l’Archivio Antico dell’ateneo patavino, prende spunto dalla recente pubblicazione del libro Intelligenza artificiale e democrazia. Opportunità e rischi di disinformazione e discriminazione di Oreste Pollicino e Pietro Dunn (Bocconi University Press, 2024).

L’incontro, coordinato dal professor avvocato Riccardo Borsari dell’Università di Padova, vedrà la partecipazione di autorevoli esperti del mondo accademico: Oreste Pollicino (autore del volume e docente presso l’Università Bocconi), Giuseppe Zaccaria, Andrea Pin, Marco Mondini e Sergio Gerotto, tutti dell’Università di Padova. L’evento è aperto al pubblico e accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Padova con l’attribuzione di tre crediti formativi.

L’IA come nuova sfida per la democrazia

Il dibattito intorno all’intelligenza artificiale non è più confinato agli ambienti accademici o tecnologici: si tratta di una questione di interesse pubblico, che investe i fondamenti stessi della democrazia e dei diritti civili. Il libro di Pollicino e Dunn si pone proprio l’obiettivo di analizzare l’impatto dell’IA su due aspetti cruciali: la disinformazione e la discriminazione algoritmica.

Come evidenzia il volume, le tecnologie di intelligenza artificiale stanno rivoluzionando il modo in cui accediamo alle informazioni, con implicazioni profonde sul diritto alla libertà di espressione e sull’integrità del dibattito pubblico. L’uso sempre più diffuso di algoritmi per selezionare, filtrare e persino generare contenuti solleva interrogativi fondamentali: chi controlla l’informazione nell’era dell’IA? Come possiamo garantire che i sistemi automatici non amplifichino la disinformazione?

Il pericolo della disinformazione algoritmica

Uno dei temi centrali della discussione sarà il rischio che l’intelligenza artificiale possa amplificare il fenomeno della disinformazione, alterando il processo democratico. Come sottolinea il libro, il panorama informativo è sempre più mediato da algoritmi che determinano cosa leggiamo e vediamo online, con una selezione dei contenuti basata su logiche di engagement piuttosto che di veridicità. Questo crea il rischio che false informazioni, deepfake o narrazioni manipolate possano influenzare l’opinione pubblica e persino gli esiti elettorali.

Non è un caso che l’Unione Europea abbia già introdotto normative per contrastare la disinformazione online, come il Digital Services Act e il nuovo Codice di Condotta contro la disinformazione del 2022. Ma la regolamentazione è sufficiente? E soprattutto, come possono i cittadini sviluppare una consapevolezza critica nell’era delle informazioni automatizzate?

Discriminazione algoritmica: quando l’IA riproduce i bias umani

Oltre alla manipolazione dell’informazione, un altro aspetto cruciale è quello della discriminazione algoritmica. Il libro analizza diversi casi in cui l’uso di sistemi di IA ha portato a discriminazioni involontarie, spesso a causa di dati di addestramento parziali o distorti. Dalla selezione del personale ai sistemi di giustizia predittiva, passando per l’accesso ai servizi pubblici, emergono scenari in cui l’IA può perpetuare diseguaglianze anziché ridurle.

Un esempio emblematico è quello di un noto marketplace digitale, che anni fa sperimentò un sistema di selezione automatizzata del personale. L’algoritmo, addestrato sui CV di dipendenti storici, penalizzava le candidature femminili perché, in passato, le assunzioni erano state prevalentemente maschili. Questo dimostra come i sistemi di IA, pur essendo “neutrali” in teoria, possano riflettere e amplificare i pregiudizi già esistenti nella società.

Verso un costituzionalismo digitale

Come si può garantire che l’intelligenza artificiale sia al servizio della democrazia e non un ostacolo alla sua realizzazione? Nel libro, Pollicino e Dunn propongono il concetto di costituzionalismo digitale, ossia un insieme di principi giuridici che pongano limiti chiari al potere delle tecnologie digitali, bilanciando innovazione e tutela dei diritti fondamentali. L’Europa ha già intrapreso questo percorso con l’adozione dell’Artificial Intelligence Act, ma la sfida resta aperta.

Un dibattito aperto alla cittadinanza

La tavola rotonda del 26 febbraio a Padova rappresenta un’importante occasione per riflettere su questi temi con alcuni dei maggiori esperti del settore. La discussione sarà aperta a domande dal pubblico, favorendo un confronto tra giuristi, accademici e cittadini interessati a comprendere il futuro delle nostre democrazie nell’era digitale.

L’evento è a ingresso libero fino ad esaurimento posti. Gli avvocati iscritti all’Ordine di Padova possono registrarsi attraverso il sistema SFERA, mentre gli altri partecipanti possono prenotarsi inviando un’email a riccardo.borsari@unipd.it.

Una riflessione necessaria, per non lasciare che siano solo gli algoritmi a scrivere il futuro della democrazia