Giustizia Tributaria, i commercialisti lanciano l’allarme: il Veneto rischia una riduzione dell’efficienza

I commercialisti: la qualità delle controversie e il valore economico devono pesare nelle scelte di riforma

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La proposta di riorganizzazione della geografia della giustizia tributaria in discussione al MEF – che prevede di accorpare tutto il contenzioso tributario delle sette province su sole due sedi (Venezia e Verona) – rischia di penalizzare il Veneto. 

Secondo i Dottori Commercialisti Difensori Tributari del Veneto (ACDT), l’accorpamento proposto non tiene conto della complessità e del valore economico delle liti fiscali, che nei primi 9 mesi del 2024 hanno raggiunto in Veneto un totale di 3.357 ricorsi, con una crescita del +31,6% rispetto al 2023 nello stesso periodo. (dati MEF)

Ma è sul fronte dei valori che il Veneto si conferma una delle regioni con gli importi delle controversie tributarie più elevati d’Italia. Nonostante il numero di ricorsi pervenuti sia inferiore rispetto ad altre regioni, il valore medio delle cause continua a crescere, segno di un contenzioso particolarmente rilevante dal punto di vista economico.

Nei primi tre trimestri del 2024, il valore complessivo delle liti tributarie ha superato gli 876 milioni di euro, con una media che è passata dai 106.600 euro per causa nel primo trimestre ai 719.959 euro nel terzo trimestre, registrando un incremento significativo.

Nel primo trimestre, i 1.327 ricorsi pervenuti hanno raggiunto un valore complessivo di 141 milioni di euro, con un valore medio per controversia pari a 106.600 euro. Nel secondo trimestre, con 1.309 ricorsi, il valore totale è salito a 215 milioni di euro, facendo aumentare il valore medio a 165.002 euro per causa. Il terzo trimestre segna un dato eccezionale: pur con 721 ricorsi pervenuti, il valore complessivo delle liti ha superato i 519 milioni di euro, portando il valore medio per causa a 719.959 euro.

La media del 2024, calcolata sui primi 9 mesi, si attesta su 330.521 euro per controversia. Il Veneto si conferma così una regione con un contenzioso tributario di elevata complessità e valore economico, che richiede una gestione attenta e specializzata.

“ Questi numeri – osserva Antonio Viotto Presidente ACDT e Professore ordinario di diritto tributario nell’Università Ca’ Foscari di Venezia (in foto) – dimostrano come la riforma della giustizia tributaria, se si concentra solo sulla quantità dei ricorsi e non sul loro impatto economico, rischia di penalizzare il sistema delle imprese e dei contribuenti veneti, bloccando ingenti risorse economiche per anni. Il Veneto, infatti, non può essere trattato alla stregua di altre regioni solo sulla base del numero dei ricorsi pervenuti, perché la complessità e il valore economico delle liti tributarie nel nostro territorio impongono una riflessione più ampia e ponderata sulla riorganizzazione delle sedi giudiziarie. Accorpare le Corti senza una valutazione dettagliata delle criticità locali potrebbe aggravare i problemi anziché risolverli, mettendo a rischio il diritto alla difesa e il buon funzionamento della giustizia tributaria. Per questo motivo, abbiamo deciso di coinvolgere direttamente tutti i commercialisti difensori tributari con un questionario dedicato, che ci consentirà di raccogliere informazioni preziose sulle criticità riscontrate quotidianamente dai professionisti sul campo. I dati numerici sono fondamentali, ma è altrettanto importante comprendere l’impatto reale che questa riforma avrebbe sull’operatività dei contribuenti e dei loro difensori. Senza dimenticare l’aumento dei disagi per i giudici e per il personale di segreteria. Tengo a precisare che non è problema legato alle sedi individuate dal MEF, quanto alla drasticità dell’accorpamento e al criterio utilizzato, i quali rischiano di compromettere l’efficienza, l’equità e l’efficacia dei processi. La nostra priorità è garantire una giustizia tributaria che sia efficiente, equa e realmente vicina alle esigenze del territorio. “

Nel direttivo di ACDT, Associazione Commercialisti Difensori Tributari del Veneto – nata per promuovere la piena tutela della dignità dell’attività di difesa tributaria, l’effettiva attuazione del diritto di difesa del contribuente, lo studio e l’approfondimento delle norme tributarie, nonché il dialogo con le istituzioni e l’aggiornamento professionale dei suoi iscritti – oltre al presidente Antonio Viotto (ODCEC di Treviso), siedono i commercialisti Sebastiano Barusco vice presidente (ODCEC di Padova), Mara Pilla consigliere segretario (ODCEC di Vicenza), Marco De Marchis consigliere tesoriere (ODCEC di Venezia), Salvatore Sciortino Consigliere (ODCEC di Belluno), Andrea Ferro consigliere (ODCEC di Rovigo), Micol De Carlo consigliere (ODCEC di Treviso), Stefano Filippi consigliere (ODCEC di Verona) e Diana Muraro consigliere (ODCEC di Vicenza).

I ricorsi pervenuti in Veneto nel 2024

Nel confronto tra il 2023 e il 2024, i dati evidenziano una netta crescita del contenzioso tributario in Veneto, con un incremento significativo sia nei ricorsi presentati sia in quelli definiti. Nei primi nove mesi del 2024, i ricorsi pervenuti sono aumentati del +31,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre quelli definiti hanno registrato una crescita ancora più marcata, pari al +34,8%.

Nonostante l’aumento del numero di cause trattate, il dato più rilevante riguarda le pendenze, che al 30 settembre 2024 risultano in calo del -6,7% rispetto al 2023. Questo indica che, pur con un volume crescente di controversie, le Corti di Giustizia Tributaria, così organizzate nelle 7 province, sono riuscite a smaltire un numero maggiore di ricorsi, riducendo leggermente l’arretrato. Tuttavia, l’andamento del contenzioso tributario nelle province venete al 30 settembre 2024 evidenzia significative differenze territoriali, con alcune sedi giudiziarie che registrano aumenti sensibili delle pendenze e altre che, invece, mostrano segnali di stabilizzazione.

Tra i casi più critici spicca Rovigo, dove le pendenze sono aumentate del 70,6%, segno di un contenzioso che fatica a essere smaltito. Situazione simile anche a Padova, che registra una crescita del +23,6% delle cause in attesa di definizione, e a Treviso, dove le pendenze sono aumentate del +13,0%.

Anche Verona e Vicenza mostrano un incremento più contenuto, rispettivamente del +5,0% e +1,7%, mentre Belluno registra un +7,0%, con numeri comunque più limitati rispetto alle altre province.

L’unica eccezione è rappresentata da Venezia, che segna un lieve calo delle pendenze (-1,1%), segno che in questa sede il sistema ha mantenuto un migliore equilibrio tra cause in entrata e cause risolte.

Questi dati confermano che il carico di lavoro non è distribuito in modo uniforme tra le diverse Corti venete e che la riforma della giustizia tributaria, che prevede l’accorpamento delle sedi su Venezia e Verona, potrebbe aggravare ulteriormente le criticità nelle province più in difficoltà, come Rovigo e Padova. Uno scenario, quindi, che conferma che la riforma della geografia tributaria non può basarsi esclusivamente su criteri numerici, su tagli lineari basati solo sul numero dei ricorsi, ma deve tenere conto dell’effettivo carico di lavoro delle singole Corti, dell’elevato valore economico delle controversie e della necessità di garantire un contraddittorio efficace tra contribuenti e giudici.

Il rischio di un’attività difensiva meno efficace

L’efficienza della giustizia tributaria non si misura solo sul numero di cause decise, ma anche sulla base della qualità del contraddittorio in udienza, che poi si riflette sulla qualità delle pronunce. L’accorpamento delle Corti e il ricorso crescente alle udienze da remoto possono compromettere il diritto alla difesa effettiva.
I problemi principali che potrebbero verificarsi riguardano, infatti, l’aumento delle udienze online che, sebbene utili in molti casi, non permettono sempre un confronto efficace tra difesa e giudici.
I tempi compressi delle udienze: con meno sedi disponibili, le udienze rischiano di essere programmate in tempi più stretti, limitando la possibilità per i difensori di esporre adeguatamente i punti critici del contenzioso.
Una minore interazione tra giudici e difensori: il confronto diretto in aula è fondamentale per una difesa articolata, specialmente nei casi più complessi e di maggiore valore economico.

Le richieste dei commercialisti: criteri più equi per la riforma

I commercialisti di ACDT chiedono che la riforma non si basi solo sui criteri numerici, ma consideri anche il  valore economico delle liti, come parametro chiave nella definizione delle sedi giudiziarie, e l’impatto sulle imprese e sui professionisti che rischiano di avere tempi di attesa più lunghi e decisioni meno rapide, oltre ad una revisione della distribuzione territoriale, che consideri anche il numero di giudici e del personale di segreteria, il carico di lavoro reale, e il mantenimento di un giusto equilibrio tra udienze in presenza e da remoto, per una gestione non solo più efficiente ma anche più efficace della giustizia tributaria.