Nel contenzioso, Iliad Italia S.p.A. è affiancata dagli avvocati Filippo Pacciani e Valerio Mosca; il Comune di Monfalcone è difeso dall’avvocato Teresa Billiani.
Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 2529 del 2025, ha respinto gli appelli di Iliad Italia S.p.A. e del Comune di Monfalcone contro la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale per il Friuli Venezia Giulia. La controversia riguarda la richiesta di Iliad di realizzare un impianto di telefonia mobile nel Comune di Monfalcone, richiesta respinta dal Comune per la mancata allegazione di una SCIA edilizia e di una perizia asseverata, e per l’estraneità del sito individuato alle aree previste dal Regolamento comunale.
Il TAR aveva accolto parzialmente il ricorso di Iliad, ritenendo illegittimo il diniego del Comune nella parte in cui richiamava l’art. 7 del Regolamento comunale, che non consentiva una chiara individuazione delle aree idonee alla localizzazione degli impianti. Iliad ha impugnato la sentenza sostenendo l’intervenuta formazione del silenzio assenso e l’illegittimità delle integrazioni richieste dal Comune. Il Comune, dal canto suo, ha impugnato la sentenza contestando la decisione del TAR di scrutinare il secondo motivo di ricorso e sostenendo l’errata interpretazione dell’art. 7 del Regolamento.
Il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del TAR, ritenendo che la disciplina comunale non consentisse una chiara individuazione delle aree destinate alla localizzazione degli impianti e che l’annullamento della norma nei limiti indicati dal TAR fosse giustificato. Ha inoltre stabilito che Iliad dovrà integrare la propria istanza in conformità alla normativa regionale, non potendosi ritenere verificato un silenzio assenso in assenza di una relazione tecnica asseverata.
La sentenza ha disposto la compensazione delle spese del doppio grado di giudizio tra le parti.
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