Dopo le incertezze degli anni scorsi, si consolida la capacità finanziaria dell’Università di Trento di crescere e far fronte alle varie sfide future. A segnare la svolta, che mette in sicurezza i conti, è l’approvazione in Consiglio di amministrazione del bilancio unico con un risultato economico positivo di 15,5 milioni di euro. L’andamento del 2024 è stato influenzato in senso positivo dai nuovi trasferimenti ministeriali e provinciali, assegnati nell’autunno scorso che hanno attutito l’impatto dell’elevato tasso di crescita del costo del personale docente e ricercatore.
Il costo del personale, unito all’aumento costante delle spese fisse – aspetti strettamente legati alla crescita dell’Ateneo nei prossimi anni – è un elemento su cui è necessario tenere alta la guardia sui conti, cosi come alta resta l’attenzione alla fine degli stanziamenti legati a progetti a scadenza, come i fondi per il Pnrr o i vari progetti ministeriali ed europei.
Il bilancio unico d’Ateneo 2024 si chiude con un risultato positivo di oltre 15,5 milioni di euro. Lo scorso anno si era chiuso con un saldo positivo di poco più di 4,4 milioni. I proventi operativi ammontano a 254 milioni di euro contro i 230 dello scorso anno. Un aumento di 24 milioni pari al 10,4%.
In i costi operativi che si attestano su 231,8 milioni, con un incremento di 11,5 milioni rispetto all’anno precedente (+5,2%). Completano la composizione del bilancio i proventi straordinari che aumentano rispetto all’esercizio precedente di 1,2 milioni di euro. Risultano infine in aumento di 0,39 milioni le imposte sul reddito di esercizio.
Dei 254 milioni di euro che compongono i proventi operativi, le voci più rilevanti riguardano i contributi, per un importo di 181,8 milioni, costituiti principalmente da contributi dalla Provincia autonoma di Trento (+18,1%), contributi MUR (+9,9%) e dall’Unione Europea (+15,4%). Le entrate da tasse universitarie sono aumentate rispetto a quelle dello scorso esercizio (+8,9%) e ammontano a 22,6 milioni.
In aumento i proventi da ricerche commissionate e quelli da ricerche con finanziamenti competitivi che raggiungono quota 41,1 milioni consolidando l’andamento di crescita degli esercizi precedenti. Le proposte progettuali della ricerca dell’Università di Trento si confermano quindi di grande qualità.
Alla capacità di fundraising dell’Ateneo si aggiungono gli stanziamenti da parte della Provincia autonoma di Trento (146,8 milioni), che rispetto all’esercizio precedente incrementano l’assegnazione della quota base di 17,4 milioni, dal ministero Università e Ricerca (25,2 milioni) e da altri enti, per un totale di 181,8 milioni, in aumento del 16,5% rispetto allo scorso bilancio. Nonostante l’erogazione dei 30 milioni a copertura dei crediti pregressi verso l’Ateneo prevista dal piano di rientro, i crediti verso la Provincia di Trento aumentano di 6,3 milioni, poiché alla maggiore assegnazione non è seguita la totale erogazione.
Il totale dei costi operativi si attesta sui 231,8 milioni di euro. Su questo incidono maggiormente i costi del personale: 138,4 milioni rispetto ai 124,9 del 2023, in aumento del 10,8%. In questa voce, il costo del personale dedicato alla ricerca e alla didattica è di 100,3 milioni (+13,6% rispetto al 2023) e il costo del personale dirigente e tecnico amministrativo è di 38,1 milioni (+4,2% rispetto al 2023). Tale incremento è dovuto all’ingresso di nuovo personale, alle progressioni interne e all’aumento stipendiale dovuto all’adeguamento Istat.
A parziale copertura dei costi del personale, l’Ateneo ha registrato nell’anno finanziamenti per 31,5 milioni, in aumento del 25,5% (+ 6,4 milioni), prevalentemente dal Mur per piani di reclutamento e nell’ambito dei “Dipartimenti di eccellenza”, nonché assegnazioni specifiche dalla Provincia di Trento, dell’Azienda sanitaria e altri finanziamenti su convenzioni e progetti specifici.
I costi per la gestione corrente (73,6 milioni) sono in aumento (+2%) rispetto allo scorso esercizio. La lieve crescita è legata principalmente all’aumento dei costi per acquisto di servizi e collaborazioni tecnico gestionali (+2,4 milioni), voce che comprende i costi di gestione degli immobili, dei servizi bibliotecari ed informatici e i costi per servizi erogati a favore del personale e degli studenti. L’incremento deriva anche dall’aumento dei costi per sostegno a studenti (+0,19 milioni) per borse di studio, di mobilità e contributi erogati agli studenti. Registrano invece un lieve calo i costi per il diritto allo studio (-0,24 milioni), cioè borse per studenti “non-Ue” e “non residenti in Italia” e i costi per acquisto di libri e materiale bibliografico (-0,37 milioni).
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