Dopo avere appena inaugurato il primo tratto della Ciclovia del Garda in territorio trentino sulla sponda occidentale del lago, tratto di circa un chilometro visitato anche dal ministro alle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini, la provincia di Trento ha approvato il secondo lotto del progetto nell’ambito della conferenza dei servizi guidata dal commissario straordinario Francesco Misdaris.
Dopo il primo tratto costato ben 11 milioni di euro che ha visto il ripristino del vecchio sedime stradale abbandonato e la costruzione di una serie di paramassi a sicurezza di pedoni e ciclisti, che collega l’abitato di Riva del Garda alla spiaggia dello Sperone, il secondo tratto – che non sarà l’ultimo come erroneamente annunciato in un comunicato stampa diffuso dalla stessa provincia di Trento – si estenderà dalla spiaggia dello Sperone fino alla foce del torrente Ponale per circa un altro chilometro di estensione, nell’ambito di un progetto che prevede la realizzazione di un tratto complessivo di 11 chilometri per un preventivo di spesa di 84 milioni di euro che dovrebbe essere completato entro il 2028, collegandosi con il tratto già realizzato dal confine tra Trentino e Lombardia e l’abitato di Limone.
Se per il primo tratto di ciclovia del Garda realizzato da tempo dal comune di Limone grazie al finanziamento del Fondo Comuni di Confine alimentato dai contributi erogati dall’Autonomia speciale del Trentino si è realizzato un percorso a sbalzo in acciaio ancorato alla roccia della falesia a picco sul lago, il tratto trentino prevede il recupero del tracciato abbandonato della vecchia statale 45 Bis sostituito da quello nuovo realizzato in galleria, con la realizzazione di opere di protezione contro la caduta di sassi dalla falesia.
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