
Alle elezioni comunali del Trentino Alto Adige il centrosinistra si riconferma a Trento con Franco Ianeselli, mentre a Bolzano Claudio Corrarati, candidato del centrodestra, andrà al ballottaggio contro Juri Andriollo, appoggiato dal centrosinistra, il prossimo 18 maggio, dove l’ago della bilancia sarà costituito dalla SVP, partito che in Alto Adige ha raccolto il successo in 102 su 111 comuni al voto.
Complessivamente sono 265 i comuni andati al voto per il rinnovo di sindaci, consigli comunali e circoscrizioni: 111 in Alto Adige e 154 in Trentino. Decisamente pesante e significativo il dato sull’astensionismo che cresce ulteriormente rispetto al 2020, quando si votò in due giorni. In tutto il Trentino, il dato dell’affluenza è del 54,53%, mentre in Alto Adige del 60%. Cinque anni fa invece andarono alle urne rispettivamente il 61% e il 65% degli elettori. Astensionismo che ha colpito in particolare i due capoluoghi Trento e Bolzano con il primo che ha visto la fuga dalle urne della maggioranza degli aventi diritto al voto, tanto da minare politicamente la riconferma del sindaco uscente, Franco Ianeselli, sostenuto dal centrosinistra, che ha vinto al primo turno con oltre il 54% dei voti doppiando il candidato del centrodestra presentato da Fratelli d’Italia, Ilaria Goio, fermata al 26,6%. Terza Giulia Bortolotti alla guida del triciclo formato dalle liste Onda, Movimento 5 stelle e Rifondazione comunista, che ha ottenuto il 7,4%, davanti a Claudio Geat, sostenuto da GenerAzione Trento, col 5,19%, superando Andrea Demarchi, appoggiato da PrimaTrento, col 4,98% e Simonetta Gabrielli, sostenuta da Democrazia sovrana popolare, che si è fermata all’1,7%. A Trento il Pd che si attesta primo partito col 24,54%, seguito da Fratelli d’Italia al 14,45%, primo partito del centrodestra.
Sempre in tema di capoluoghi, a Bolzano l’esito elettorale sarà deciso al ballottaggio del 18 maggio. Il candidato del centrodestra Claudio Corrarati è avanti col 36,3% rispetto a Juri Andriollo, staccato di nove punti percentuali al 27,3%. Per la prima volta, il capoluogo dell’Alto Adige potrebbe essere guidato da un primo cittadino espressione del centrodestra, specie se il centrodestra riuscirà a replicare la maggioranza alla guida della Provincia anche a livello comunale, stringendo un accordo con la Svp che con il suo candidato sindaco Stephan Konder si è fermata al 15,1%, seguito da Angelo Gennaccaro, di La Civica Gennaccaro, al 12,5%.
A Bolzano si è recato alle urne il 52,16% degli elettori, rispetto al 60,65% nel 2020. In Alto Adige, tra i comuni sopra i 15.000 abitanti, Brunico è l’unico assegnato al primo turno a Bruno Wolf della Svp ottenendo il 51,8% delle preferenze; secondo Maximilian Gartner dei Verdi del Sudtirolo/Alto Adige fermo al 16,9%. L’affluenza è stata del 52,1%, in calo rispetto al 60,9% del 2020. Il comune di Merano va al ballottaggio con in testa il candidato sindaco Svp, Katharina Zeller, che ha ottenuto il 33% dei voti superando di poco il sindaco uscente Dario Dal Medico del centrodestra al 31,7%. Un dato influenzato da un forte astensionismo, al 51,7%.
Tornando alle elezioni comunali del Trentino, numerosi i comuni con oltre 3.000 abitanti che andranno al ballottaggio. Tra quelli principali Arco, Riva del Garda e Pergine Valsugana: in quest’ultimo il centrodestra è in vantaggio con Marco Morelli al 43% che affronterà Carlo Pintarelli al 35%, candidato civico. Si ferma al 21% il candidato del centrosinistra, Alberto Frisanco. A Riva del Garda, scossa dall’inchiesta della Dda di Trento su politica e presunti appalti facili, il centrodestra si è presentato separato e con il sindaco uscente della lega Salvini che non si è ripresentato. Sarà ballottaggio tra Alessio Zanoni, esponente del Pd, che ha ottenuto il 48,7% delle preferenze, e Silvia Betta – appoggiata da FdI, La Civica e il Patt – che ha ottenuto il 29,36% dei voti. Il candidato della Lega Salvini, Forza Italia e una civica, Carlo Modena, si è fermato al 9% e probabilmente farà confluire i suoi voti sul candidato del centrodestra. Anche ad Arco si tornerà al voto il 18 maggio: Arianna Fiorio, candidato della coalizione “Arco che vorrei” (comprendente anche Verdi e Onda), ha raggiunto il 35,5% e sfiderà Alessandro Amistadi (al 29,7%), sostenuto da Lega Salvini, FdI, Patt, Forza Italia, e due civiche. Il candidato del centrosinistra, Dario Ioppi, si è fermato invece al 22,6% e potrebbe confluire su Fiorio per tenere il comune tra il palmares del centro sinistra.
Andando a commentare il voto, a Trento Ianeselli conferma che «l’affluenza è stata del 49,93%, più bassa di undici punti rispetto alla scorsa tornata elettorale. L’astensione è stata molto forte. Non possiamo parlarne solo il giorno del voto e poi dimenticarcene. Ogni azione spesa per convincere le persone dell’importanza della partecipazione alla vita pubblica è una buona azione».
Sul successo del centrosinistra a Trento, oltre all’astensionismo, ha pesato l’incapacità del centro destra nel presentare un candidato unitario, complice le tensioni esistenti all’interno della maggioranza provinciale tra Lega Salvini e Fratelli d’Italia, con il candidato sindaco proposto da FdI Goio catapultato in politica solo dopo ripetuti tentativi a vuoto di trovare un candidato che andasse bene a tutta la coalizione, a partire dai salviniani che, per fare uno sgarbo, hanno lanciato un candidato sindaco alternativo supportato dalle liste civiche della maggioranza provinciale che ha fatto fiasco su tutta la linea, con meno del 5% dei voti, ma contribuendo ad instillare disaffezione al voto tra gli elettori del centro destra.
E nel centro destra chi ha da essere molto soddisfatto per il risultato delle elezioni comunali è Daniele Demattè che si erige a candidato più votato della coalizione in fatto di preferenze personali con 654 voti. Un risultato che testimonia il successo del suo impegno civico nella scorsa legislatura, specie sul fronte della sicurezza pubblica e della variante ferroviaria, successo che avrebbe potuto essere ancora maggiore se la sua figura fosse stata adeguatamente valorizzata dal suo partito proponendolo come conosciuto ed apprezzato candidato sindaco al posto di una Goio sconosciuta ai più, ma nelle maniche dei soli vertici del partito che continua a preferire papi stranieri a cardinali di provata fede allevati e cresciuti nelle sezioni.
Tra i partiti chi di deve leccare ferite molto sanguinose è la Lega Salvini, che esce più che dimezzata dal risultato del 2020, passando dal 13,57% al 6,78%, nonostante la presenza martellante del capitano Matteo Salvini negli ultimi giorni di campagna elettorale che, più che traino, è servita ad affossare ulteriormente i consensi attorno al fu partito del Nord, che anche in Trentino ha perso ogni contatto con i valori dell’autonomismo e del buon governo.
Tra le formazioni minori, particolarmente brillante l’affermazione di GenerAzione Trento di Claudio Geat, una formazione civica nata per cercare di cambiare i grandi progetti infrastrutturali che stanno interessando la città voluti dalla maggioranza di centro sinistra, che conquista un 5,19% ad un’incollatura dalla ben più strutturata bicicletta Alleanza Verdi Sinistra (6,27%), risultato che avrebbe potuto essere ancora più rotondo se si fossero coalizzati assieme anche le altre liste civiche come Onda, Si Trento e M5s, scenario reso impossibile per via dei personalismi che albergano specie tra i vertici di Onda.
Alle elezioni comunali in Alto Adige, la Svp si conferma partito pigliatutto, conquistando 102 dei 111 comuni, in cui si sono svolte le elezioni. Fra i comuni con meno di 15.000 abitanti come ad Appiano sulla strada del vino la Svp dopo anni si riappropria del sindaco con Ebner Lorenz che ha portato a casa il 65,7% dei voti. A Brennero è stato riconfermato il sindaco Martin Alber (Svp) con 51,7% dei voti, mentre il sindaco precedente Franz Kompatscher che si era presentato con una propria lista, ha ottenuto il 42,5% dei consensi. A Caldaro sulla strada del vino al posto del sindaco uscente, Gertrud Benin Bernard, si impone Christoph Pillon (Svp) con il 50,1% dei consensi. A Salorno conferma con il 67,3% dei voti del sindaco Svp Roland Lazzeri, seguito da Luca Miozzo con il 30,8% dei voti. A Ortisei rimane sindaco Tobia Moroder, espressione della lista civica “Per la lista unica” con il 51,1% dei voti. A Egna è stato confermato sindaco Karin Jost (Svp) con il 53,9% dei voti. A Vipiteno il sindaco Peter Volgger è espressione di una lista civica che ha raccolto il 63% dei consensi, seguito dal candidato della Svp Daniel Seidner con il 28,1% e dalla lista dell’ex assessore provinciale della Lega “SìAmo Vipiteno” Massimo Bessone con il 4,8%.
Soddisfatto dei risultati il segretario della Svp, Harald Stauder: «queste elezioni comunali sono una pietra miliare per la Svp che è tornata a vincere. E’ una bella giornata, nonostante la pioggia, perché gli elettori hanno confermato che siamo sulla giusta strada e abbiamo il vento in poppa».
Il presidente della Volkspartei, Dieter Steger, ha ribadito che il suo partito è tra i vincitori di questa tornata di elezioni comunali: «i consensi sono saliti dal 53% al 58%, i consiglieri comunali Svp da 1.272 a 1.341, sono entrate nei vari consigli comunali 100 donne in più e il 12% di under 30». Steger ha definito unico neo il calo dell’affluenza, mentre ha applaudito al risultato di Appiano dove il candidato, partendo dall’opposizione, ha raggiunto quasi due terzi dei voti. Il presidente della Svp si è detto poi convinto che Katharina Zeller vincerà tra due settimane al ballottaggio a Merano, diventando così il 103° sindaco del partito in Alto Adige. Soddisfazione anche per il risultato a Bolzano dove il candidato sindaco Stephan Konder, nonostante la concorrenza tedesca del Team K, ha aumentato i consensi dell’1,5%, portando la Svp ad essere il primo partito in consiglio comunale.
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