TiBre, dopo 51 anni i primi 8 chilometri che finiscono nella campagna parmense

Doveva essere il raccordo diretto verso il Tirreno del traffico merci proveniente dal Nord Europa attraverso l’Autobrennero.

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Il tracciaoto del TiBre con il primo tratto realizzato fino a Trecasali.

Silenziosamente, senza una vera cerimonia di quelle che piacciono tanto a politici di ogni tacca, è stato aperto al traffico il primo tratto del TiBre (Tirreno-Brennero) lungo ben 8 chilometri a 51 anni dalla sua approvazione, pronto già dal 2022 e mai aperto al traffico “per verifiche”. Un primo tratto quello tra la A15 Parma La Spezia e il casello Sissa Trecasali che sa tanto di speranza, visto che non esistono piani concreti per il completamento degli 80 chilometri complessivi di tracciato che dovrebbero costituire un corridoio autostradale per interconnettere l’A15 laddove si raccorda con l’A1 Autosole Milano Napoli con l’A22 Autobrennero a Nogarole Rocca.

Pur avendo una certa strategicità logistica per avvicinare lo sbocco portuale tirrenico di La Spezia per le merci del Nord Europa che viaggiano sull’Autobrennero, l’opera da quando è stata concepita nel luglio 1974 ha subito numerose traversie e nemmeno la realizzazione dei primi – e, forse, ultimi8 chilometri iniziati nel 2017 è stata esente da problemi.

Intanto, il tracciato sbocca nel nulla della campagna parmense, su una strada locale che attraversa il comune di Torrile che, probabilmente, dovrà confrontarsi con l’aumento del traffico merci di attraversamento, con la necessità di accelerarne il suo completamento.

Completamento lungi dal divenire, visto che servono risorse per 2,7 miliardi di cui 900 milioni di contributo statale secondo la stima del 2010 con tutta probabilità da rivedere consistentemente al rialzo per i costi dei materiali da costruzione aumentati sensibilmente negli ultimi anni. Anche per la società concessionaria Salt (Società Autostrada Ligure Toscana), gruppo Autostrada Torino Milano dell’imprenditore Gavio, subentrata nella gestione dell’A15, è difficile trovare sul mercato finanziamenti sufficienti per procedere, nonostante sia pronta a realizzare altri lotti non appena avrà le autorizzazioni necessarie. Intanto, e chissà per quanto tempo, il TiBre ha un futuro di opera incompiuta, al momento non è inserita nei piani di sviluppo delle infrastrutture del Paese, né in quelli relativi ai fondi europei stanziati per il Pnrr, scaricando sul territorio tutti quei problemi di traffico che avrebbe dovuto risolvere. Mentre si parla di riqualificare la viabilità esistente per collegarlo al casello A22 di Reggiolo, cosa che si concretizzerebbe nel cosiddetto “TiBre Basso”, rendendo inutile il tracciato originario.

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