
L’ex sindaco di Brunico, Roland Griessmair, potrebbe essere il nuovo sottosegretario alle minoranze linguistiche del governo Meloni secondo l’offerta fattagli dal ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli.
«La riforma dell’Autonomia dell’Alto Adige è ora in fase di avvio, ed è interesse del governo portarla avanti entro questa legislatura. Per questo si vuole nominare un referente tecnico, che si occupi di far progredire la riforma e che sia anche un interlocutore per le altre minoranze linguistiche – ha dichiarato Griessmair, sorvolando sul fatto che la riforma riguarda anche il “cugino” Trentino -. Si tratterebbe di una novità in questa forma, perché non prevede un patto politico: il governo non ha bisogno dei voti della Svp. Si tratta principalmente della questione in sé e dei suoi contenuti. La Volkspartei non farebbe parte della maggioranza politica, si tratterebbe di un incarico puramente tecnico-istituzionale a favore dello Statuto d’autonomia».
La proposta di Calderoli è stata al centro di un vertice improvvisato a Roma tra lo stesso ministro e il presidente dell’Alto Adige, Arno Kompatscher e il presidente della Svp, Philipp Achammer, dove il ministro ha comunicato la disponibilità del Governo ad individuare un «sottosegretario speciale alle autonomie» scelto tra le minoranze linguistiche, che permetta di velocizzare operativamente il percorso di approvazione della riforma dello Statuto. E la figura di Roland Griessmair potrebbe essre quella giusta, visti anchei suoi rapporti di amicizia con molti esponenti del governo Meloni.
Il sottosegretario avrebbe un mandato specifico finalizzato al compito a lui attribuito e «non costituirebbe presupposto di alcun altro impegno verso la maggioranza». Nell’ambito dell’incontro, si è chiarito che «l’eventuale scelta non è legata ad alcun allargamento di maggioranza. Il Governo non ha dato disponibilità in questo senso e di conseguenza la discussione esiste solo nelle ricostruzioni dei media».
«La proposta declinata è finalizzata a garantire al Trentino Alto Adige la possibilità di esprimere gradimento sulla scelta del Governo, utile a una virtuosa corresponsabilizzazione operativa. Tale modalità potrà essere presa ad esempio e replicata in un prossimo futuro, quando si affronteranno le riforme degli Statuti delle altre realtà speciali».
Se la proposta di Calderoli trova orecchie attente ne vertici della Svp, per l’ex governatore altoatesino, Luis Durnwalder, ritiene «non opportuno» entrare in un governo nazionale, precisando che «per decenni la Svp ha avuto successo rimanendo “blockfrei”, ovvero fuori dai blocchi. Abbiamo sempre sostenuto da fuori eventuali iniziative dei rispettivi governi, di centrosinistra o di centrodestra. È sempre stato così».
L’ex presidente, che ha retto l’Autonomia speciale dell’Alto Adige per 25 anni, sottolinea di non avere voce in capito e di non poter parlare a nome del partito, ma solo a titolo personale: «anche in passato a rappresentanti della Svp sono state offerte posizioni governative, come a Roland Riz e Karl Zeller. In mia presenza Craxi disse a Riz addirittura di scegliersi un dicastero. Abbiamo sempre rifiutato – afferma Durnwalder -. Se la Svp avesse accettato un incarico del genere, si sarebbe associata apertamente al governo. Non era e non sarebbe opportuno. Come minoranza linguistica abbiamo bisogno di una maggioranza che però cambiano».
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