Parrucchieri ed estetisti abusivi: d’estate il fenomeno esplode

Confartigianato Veneto: «salute a rischio, è concorrenza sleale. Servono controlli e responsabilità».

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Parrucchieri ed estetisti Acconciatura ed estetica estetista

Con l’estate cresce il mercato parallelo dell’abusivismo nei settori dei parrucchieri ed estetisti. Un fenomeno che, soprattutto nelle località turistiche, si gonfia come una bolla illegale fatta di prestazioni a domicilio, passaparola e piattaforme online fuori controllo.

Non è solo concorrenza sleale, denuncia Confartigianato Imprese Veneto: è un attacco alla salute dei cittadini, all’economia legale e alla dignità del lavoro artigiano. M c’è di più: dal 1° settembre 2025 il Regolamento (UE) 2024/197, che ha modificato l’allegato VI al Regolamento 1272/2008, ha introdotto il divieto di utilizzo di due sostanze classificate come “Repr. Cat 1B”, presenti in prodotti utilizzati nei trattamenti delle unghie. Si tratta del Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide (Ossido di trimetilbenzoil difenilfosfina), un fotoiniziatore usato negli smalti per unghie in gel per aiutare la polimerizzazione sotto la luce UV, e della Dimethyltolylamine (Dimetil-4-toluidina o N,N-dimetil-4-metilanilina), condizionante per unghie utilizzato per facilitare l’adesione di altri prodotti come primer, smalti e gel.

Per effetto del Regolamento, i prodotti contenenti queste sostanze saranno vietati a decorrere dal 1° settembre 2025 e pertanto saranno vietate sia l’immissione sul mercato sia la messa a disposizione dei prodotti cosmetici non conformi. I prodotti già presenti nei saloni dovranno essere smaltiti o ritirati in accordo con i fornitori.

Una concorrenza ancor più sleale se si pensa che i saloni di bellezza in Veneto (e nel resto d’Italia) stanno affrontando un’escalation dei costi energetici, con aumenti tra il +20% e il +27%: un salone medio (consumi stimati su decine di MWh/anno) potrebbe subire un aumento tra 2.000 e 5.000 euro all’anno, variabile in base all’energia consumata.

«L’abusivismo nella nostra categoria raggiunge tassi nazionali del 27,6%, quasi il doppio della media complessiva che si attesta al 14,4% – denuncia Beatrice Daniele, presidente della Federazione Benessere e del Gruppo Acconciatura di Confartigianato Imprese Veneto –. Gestire un salone oggi significa investire costantemente in formazione, sicurezza, prodotti certificati, igiene e innovazione. Non si tratta solo di tagliare capelli o applicare un trattamento: è un lavoro di responsabilità che richiede competenze aggiornate, attrezzature professionali e rispetto rigoroso delle normative. Le nostre imprese sostengono costi significativi – dalle bollette energetiche sempre più care, agli affitti, fino agli obblighi di legge – per garantire un servizio sicuro e di qualità. Chi opera nell’illegalità non ha questi vincoli, ma soprattutto non offre alcuna garanzia. È ingiusto e pericoloso che chi rispetta le regole venga penalizzato, mentre chi lavora in nero prospera indisturbato».

In Veneto il comparto benessere tra parrucchieri ed estetisti conta 13.551 imprese attive: 7.942 nel settore Acconciatura e 4.430 nell’Estetica, per un totale di 24.084 addetti (16.178 nell’acconciatura, 7.906 nell’estetica). Numeri che raccontano un settore importante (+151 imprese in un anno) trainato da micro e piccole imprese, spesso a conduzione artigiana, che ogni giorno investono in formazione, tecnologie e qualità.

«Le aziende che operano nella legalità devono essere tutelate – sottolinea Cristina Scurtu, presidente del Gruppo Estetica di Confartigianato Imprese Veneto –. Noi imprenditori artigiani ci sottoponiamo a continui aggiornamenti, frequentiamo corsi per noi e per i nostri dipendenti, lavoriamo con prodotti e attrezzature certificate. Chi si affida a operatori improvvisati o a prestazioni a domicilio senza autorizzazioni, mette a rischio la propria salute e contribuisce a danneggiare l’intero settore».

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