Il Pd emiliano è una grande famiglia e assiste i suoi trombati elettorali

Grazioso paracadute della presidenza Acer per Federico Amico, schleniano depoltronizzato dal Consiglio regionale. Protesta delle opposizioni di centro destra e sinistra.

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pd emiliano

Il Pd emiliano si conferma una grande famiglia premurosa delle necessità terrene (e concrete) dei propri esponenti finiti trombati alle ultime elezioni regionali. A Reggio Emilia per la presidenza dell’Acer, l’ente che in città di occupa della cura e gestione del patrimonio immobiliare pubblico, con una congiunzione astrale, gli enti che costituiscono la base di Acer (comuni e provincia) hanno trovato la quadra sul nuovo presidente, nella figura di Federico Amico, consigliere regionale Pd di stretta osservanza schleiniana finito trombato alle recenti elezioni regionali.

Per l’incarico che prevede un mandato fino al 2028 è stato previsto un aumento sostanzioso dell’indennità di carica, passata da 36.000 a 80.000 euro annui, praticamente simile a quella di un consigliere regionale in carica.

Come detto, la nomina partorita dalle alchimie democratiche ha coalizzato tutte le opposizioni nella contestazione. «E’ una classica spartizione di potere. La nomina di Amico alla presidenza, nonostante la bocciatura elettorale, è un segnale chiaro: nel Pd non si lascia indietro nessuno, anche a scapito delle competenze necessarie per guidare un ente così delicato – hanno tuonato Fabrizio Aguzzoli e Dario De Lucia, consiglieri della sinistra di Coalizione Civica -. In gioco ci sono 14,5 milioni di euro di crediti da esigere e oltre 400 appartamenti da ristrutturare, fondamentali per ridurre un’infinita lista d’attesa che penalizza chi ha i requisiti per una casa popolare».

Ma a finire al centro delle critiche si sono anche le nomine degli altri due consiglieri dell’Acer. Secondo l’avvocato Giovanni Tarquini, alla guida del gruppo civico, Camilla Verona, ex sindaca di Guastalla, nominata alla vicepresidenza, e Federica Zambelli, consigliere, sarebbero «privi dei requisiti di onorabilità e professionalità e viziati da cause di decadenza. In oltre due ore di dibattito in aula, non ho sentito alcun riferimento al rispetto delle leggi, e questo è perché́ non le conoscono» annunciando un esposto per l’Autorità̀ Nazionale Anti Corruzione. La nomina di Verona si scontrerebbe con la legge Severino in quanto già presidente di un altro Ente (Sabar, azienda pubblica multiservizi della Bassa Reggiana).

Secondo Forza Italia, «particolarmente clamorosa è la nomina di Zambelli: da occupante abusiva di alloggi a garante della legalità abitativa, un paradosso che fotografa perfettamente la serietà di questa amministrazione. Acer non è un ufficio di collocamento per ex amministratori e militanti della sinistra, ma un ente che gestisce il patrimonio abitativo pubblico e deve rispondere ai bisogni concreti dei cittadini in difficoltà abitativa. Le sue scelte devono essere guidate da competenze specifiche nel settore dell’edilizia residenziale pubblica, della gestione patrimoniale, delle politiche sociali, non da appartenenze politiche o da percorsi di militanza nei movimenti antagonisti».

Si vedrà prossimamente lo sviluppo della vicenda, mentre la giunta afferma di non avere ancora deciso nulla circa il raddoppio dell’indennità di carica del presidente Acer.

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