Teatro “La Fenice” in agitazione per la nomina di Beatrice Venezi alla direzione musicale

I sindacati chiedono il suo allontanamento. La solidarietà a Venezi del sovrintendente Colabianchi e della politica locale.

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caso venezi Teatro “La Fenice” Beatrice Venezi
Il direttore d'orchestra Beatrice Venezi.

I lavoratori del TeatroLa Fenice” di Venezia hanno proclamato «lo stato di agitazione permanente» e «si riservano di intraprendere tutte le azioni di lotta sindacale necessarie – compresi scioperi, manifestazioni e sit-in – al fine di difendere la professionalità dei suoi artisti e il rispetto delle regole democratiche nella gestione della Fondazione», contro la nomina di Beatrice Venezi.

L’assemblea generale dei lavoratori «ha espresso unanime solidarietà alla presa di posizione chiara e coraggiosa resa pubblica il 25 settembre dai professori d’orchestra. Con altrettanta fermezza le maestranze del TeatroLa Fenicechiedono l’immediata revoca della nomina a direttore musicale di Beatrice Venezi, avvenuta con modalità e tempistiche che hanno calpestato ogni principio di confronto e trasparenza».

Alla base delle proteste dei dipendenti del TeatroLa Fenice” il curriculum di Venezi che «non è comparabile con quello dei direttori musicali stabili che negli anni si sono succeduti sul podio della Fenice. Il sovrintendente e il Consiglio di indirizzo e il sindaco sono ora chiamati ad assumersi pienamente le proprie responsabilità davanti ai lavoratori, alla città e all’intero mondo della cultura».

«Non mi spiego questa rigidità. È incomprensibile, non so dettata da quali motivi» ha commentato il sovrintendente Nicola Colabianchi circa l’ostilità manifestata dai lavoratori e dai professori d’orchestra nei confronti della nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale.

«Oggi c’è stata l’assemblea dei dipendenti, ma al TeatroLa Fenicenon è stato dato alcun comunicato ufficiale. Ho appreso dalle notizie che sono uscite sulla stampa quello che è accaduto in questa assemblea – prosegue Colabianchi -. Venezi prenderà servizio nell’ottobre 2026, tra un anno. Ci sarà tempo di incontrare i lavoratori e conoscere il Maestro».

Sulla volontà di «procedere con lo stato di agitazione» delle maestranze del teatro e sulle altre azioni, compresi gli scioperi, che si riservano di intraprendere i lavoratori, per Colabianchi «lo sciopero ritengo sia una forma di lotta che nel nostro mondo danneggia più l’utenza. Mi auguro non sia questa la scelta finale. Avrebbero intenzione anche di leggere un comunicato prima dell’inizio di uno spettacolo. In questo caso però deve essere autorizzato. Hanno dichiarato anche che farebbero volantinaggio, quello è legittimo. Possono fare qualsiasi forma di protesta sia consentita».

Colabianchi «rinnova il sostegno, la stima e la fiducia al Maestro Venezi che conosco da anni. Quando ero sovrintendente del Lirico di Cagliari le ho fatto dirigere diverse opere tra cui Traviata e Tosca. C’è sempre stata soddisfazione del pubblico e nessun problema con l’orchestra. Mi stupisco che ora ci sia una volontà ostativa rigidamente delineata».

Per il sovrintendente «oltre a valutare Venezi per le capacità musicali che ha dimostrato e ho conosciuto, considero altri aspetti come direttore artistico e sovrintendente per le linee strategiche della Fenice. Oltre a essere un maestro bravissimo, è giovane e donna. Questo è un richiamo per i giovani e questo può consentire alla Fenice di tratteggiare percorsi nuovi per il futuro della Fondazione». Oggi, sottolinea Colabianchi, «abbiamo venduto 8.000 biglietti per gli studenti, in dieci minuti, per lo spettacolo “Piccolo orso e la montagna di ghiaccio” per le scuole, per il prossimo gennaio-febbraio. Deve essere considerata l’importanza di attrarre il mondo giovanile. È chiaro che un direttore d’orchestra di 65-70 anni ha un’esperienza diversa, può portare un contributo importante. Un direttore giovane garantisce sotto altri profili un ricambio generazionale e un senso di futuro che percorrendo situazioni usuali non avremmo».

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