Il coordinamento delle Assemblee delle regioni Autonome a Trento

I cinque presidenti chiedono la revisione della legge per l’elezione del Parlamento europeo, autonomia sulle leggi elettorali regionali e maggiore sostegno al volontariato.

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coordinamento delle Assemblee
I presidenti delle assemblee legislative delle regioni Autonome riuniti a Trento.

Il coordinamento delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province Autonome ha approvato nella seduta tenutasi a Trento l’avvio dell’iter per la revisione della legge elettorale per le elezioni europee prevedendo che ogni regione possa eleggere almeno un parlamentare europeo per porre fine alla carenza di rappresentatività delle autonomie speciali in seno all’Europarlamento, così come accade per il Trentino o per la Sardegna.

Le Autonomie speciali vogliono spingere sul governo nazionale per rivedere il meccanismo elettorale che risale al 1979 per arrivare pronti all’appuntamento del 2027 per l’elezione del nuovo Europarlamento.

Il coordinamento delle Assemblee, con voto unanime, ha poi riconosciuto la titolarità delle Autonomie speciali a disciplinare in modo autonomo la materia elettorale regionale, in coerenza con i propri statuti e con le specificità istituzionali e territoriali. L’approvazione unanime ha quindi rafforzato il senso di identità, di specificità e di unità e nella tutela dell’Autonomia statutaria in materia elettorale. Sorvolando sul fatto che le Autonomie speciali hanno una libertà di manovra limitata dal confine e dai principi stabiliti dalla Costituzione e dalle leggi statali. Aspetto che tra meno di un mese metterà un punto fermo la Corte costituzionale su un ricorso del governo Meloni contro la legge elettorale del Trentino, modificata per consentire il terzo mandato al presidente uscente.

Il terzo ordine del giorno approvato dal coordinamento dei presidenti dei Consigli provinciali impegna le Regioni e i Consigli regionali a trovare azioni e sinergie per fornire servizi di supporto (tecnico, formativo e informativo) a tutti i soggetti del volontariato, visto che la riforma nazionale del Terzo Settore non ha raggiunto l’obiettivo di inclusività, lasciando la maggioranza delle piccole organizzazioni (vitali per tradizioni e identità locali) prive di agevolazioni e gravate da formalità burocratiche. Esistono margini di azione a livello regionale, soprattutto per le Regioni a Statuto speciale (come Trento e Bolzano, che hanno già legiferato), per colmare queste lacune. 

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