Inizio questa mia riflessione con un dato oggettivo quanto molto importante: il patrimonio consolidato del comune di Rovereto al 31 dicembre 2024, appena votato dal Consiglio comunale, supera 1,1 miliardi di euro. Credo che in Italia non vi sia uguale comune di circa 40.000 abitanti che possa beneficiare di un tale livello di “ricchezza”. Patrimonio che generato in buona parte grazie a scelte politiche lungimiranti assunte in un passato non troppo lontano.
Il patrimonio comunale consolidato ricomprende anche le cifre patrimoniali riferite al Gruppo Dolomiti Energia, di cui il Comune di Rovereto detiene direttamente e indirettamente, tramite Findolomiti Energia, una partecipazione di poco più del 20% del capitale sociale, ad SMR, azienda municipalizzata di servizi “in house”, e ad altri soggetti con partecipazioni azionarie minori da parte del Comune.
Ma torniamo al miliardo e più di patrimonio consolidato del Comune di Rovereto. Ebbene, nonostante questo dato molto significativo, che troverebbe i favori di moltissimi direttori di istituti bancari, italiani ed europei, il secondo comune del Trentino non può accendere autonomamente mutui o finanziamenti. Questo fatto è, a dir poco, assai controproducente per una sana, concreta e costruttiva politica municipale, ponendo umilmente Rovereto con il “cappello in mano” nei confronti soprattutto della Provincia Autonoma di Trento. Quest’ultima, da qualche anno, ha posto il divieto ai comuni di attivare finanziamenti diretti. Una decisione “a pioggia” e indistinta incomprensibile, che, come spesso succede, non evidenzia il merito di quei comuni trentini finanziariamente e patrimonialmente sani e in grado di agire e di investire positivamente sui propri territori e in favore della propria comunità. La spesa pubblica, se ben oculata, è keynesianamente un virtuoso motore di sviluppo e di benessere.
Rovereto da molti anni attende la realizzazione di opere significative, con un elenco che si allunga di anno in anno. Dalla bretella stradale della “Mira”, alla “vera” tangenziale esterna alla città della statale del Brennero, alla RSA di via Ronchi, alla progettazione e all’utilizzo improrogabile di Piazzale Achille Leoni o Follone con l’ipotizzato parcheggio sotterraneo, alla mensa universitaria prevista presso il compendio ex Peterlini di via Savioli, alla indispensabile stazione delle corriere, alla nuova sede dell’Istituto d’Arte Fortunato Depero, all’utilizzo degli immobili ex ANMIL con collegamento da Corso Bettini al Bosco della Città, del Palazzo delle Trifore, del compendio ex GIL e della già Cassa Malati, al Parco dei Lavini con le Orme dei Dinosauri, dello spostamento della sede del Gruppo Dolomiti Energia da via Manzoni con il conseguente comodo accoglimento al “Trade Center” degli uffici tecnici comunali oggi sparsi nella città, e potrei continuare.
Se poi vedo che il sottopasso pedonale di Piazzale Orsi (e della ferrovia) è ancora da ultimare, premesso che sottoterra io avrei mandato le automobili e i camion e non certo le persone, realizzando una piazza pedonale a raso, lo sconforto aumenta. È proprio qui che la Politica perde credibilità e l’astensionismo inevitabilmente cresce. È una sconfitta che dovrebbe farci riflettere tutti. E agire di conseguenza: meno annunci e comunicati stampa e più fatti e investimenti concreti in opere attese.
Rovereto, seconda città del Trentino e detentrice di un patrimonio di enorme rilievo, non può più proseguire con una politica da “cappello in mano”. Deve chiedere e ottenere dalla Provincia una propria e meritata autonomia finanziaria. Questa è una tappa fondamentale da percorrere e vincere con determinazione e responsabilità in queste settimane, in vista del protocollo annuale sulla finanza locale tra la PAT e il CAL – Consiglio delle Autonomie Locali – e la conseguente discussione e approvazione del bilancio comunale 2026 e triennale 2026/’27/’28.
La sindaca Giulia Robol e la sua Giunta hanno un compito preciso in tal senso. È in gioco la forza e il futuro benessere di Rovereto e dell’intera Vallagarina, di cui la nostra città è da sempre riconosciuto capoluogo e indispensabile motore economico e sociale. E’ questa la vera Politica. Altrimenti si trasforma in politica, quella con la “P” minuscola, per poi divenire quella politichetta deteriore preoccupata solo di galleggiare giorno per giorno da un’elezione all’altra che troppo frequentemente alberga in Italia e pure nell’autonomo Trentino.
Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata.
Telegram
https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano
X
© Riproduzione Riservata





































