Sauris, nell’alta Carnia friulana, è uno dei primi borghi in Italia ad aver adottato, con successo, il modello di “albergo diffuso”, riuscendo a coniugare la valorizzazione del patrimonio edilizio a rischio abbandono e degrado con le nuove forme di ospitalità e il benessere della comunità. Un modello che non solo ha contrastato lo spopolamento, ma che ha saputo anche costruire un’offerta turistica coerente con l’identità locale.
Il “caso” Sauris è stato oggetto di una visita di studio nell’ambito del percorso formativo “L’arte dell’accoglienza. Ospitalità diffusa in Valle dei Mòcheni”, realizzato da TSM – Trentino School of Management. L’iniziativa rientra nel progetto, finanziato dal PNRR, “La forza della minoranza: rinascita di un borgo di matrice germanica a sud delle Alpi”, che mira a definire una strategia di sviluppo e vivibilità per la Valle dei Mòcheni, a partire dalla valorizzazione dell’identità locale della minoranza cimbra.
Un gruppo di 28 persone ha visitato Sauris, incontrando gli operatori che gestiscono la rete dell’albergo diffuso e alcuni imprenditori locali che hanno condiviso le loro esperienze. Un’occasione per confrontarsi con buone pratiche di valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e comunitario, in un borgo alpino che ha saputo rigenerarsi puntando su identità, sostenibilità e accoglienza diffusa. Sauris dimostra come un territorio periferico possa diventare attrattivo senza snaturarsi, riuscendo a unire comunità, paesaggio ed economia in una proposta originale e riconoscibile.
È un esempio prezioso per la Valle dei Mòcheni, che intende elaborare un percorso di sviluppo locale partendo dalle proprie peculiarità e dal legame profondo con le forme tradizionali dell’abitare e dell’ospitalità. Sauris rappresenta un’esperienza concreta da cui trarre ispirazione per disegnare una strategia di sviluppo locale capace di coniugare rigenerazione del patrimonio edilizio tradizionale, nuove opportunità economiche e occupazionali, un’ospitalità attenta all’ambiente e alla comunità.
Al centro vi è la capacità di raccontare e valorizzare l’identità, proponendo esperienze in sintonia con le peculiarità locali e con il patrimonio culturale e paesaggistico custodito dalla valle. In questo contesto, il patrimonio edilizio tradizionale – masi e baite costruiti in pietra e legno – non è solo elemento architettonico, ma un vero presidio del paesaggio alpino e testimonianza di una tradizione che ancora oggi dà forma al territorio.
Intorno a questo patrimonio si sviluppa un modello che non si limita ad accogliere ospiti, ma rafforza la vivibilità dei luoghi, offrendo alla comunità nuove prospettive di crescita. Si tratta di un lavoro collettivo che punta a costruire un turismo capace di rigenerare, rispettoso delle risorse, innovativo e realmente a misura di comunità.
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