Monitor dei distretti industriali del Triveneto nel I trimestre 2020

Calo dell’export del 5,1%. L’agro-alimentare ha avuto un balzo, +7,1%.

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monitor distretti industriali del triveneto Coronavirus e il vino prosecco vendemmia 2018

Il Monitor dei distretti industriali del Triveneto a fine marzo 2020, curato dalla Direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo evidenzia i primi effetti della pandemia da Coronavirus, con il primo mese di blocco di gran parte delle attività economiche.

Nei settori più esposti nelle catene del valore globali si sono ridotte le importazioni, evidenziando criticità negli approvvigionamenti lungo le filiere; in un contesto di quasi generalizzata riduzione delle esportazioni, si sono mostrate resilienti le esportazioni dei settori Agro-alimentare e della Farmaceutica. 

Nei distretti industriali del Triveneto monitorati, sia le esportazioni (7,8 miliardi di euro) che le importazioni (3 miliardi di euro) hanno segnato una riduzione più brusca rispetto al totale dell’economia, perché prevalgono le specializzazioni produttive del Sistema moda, della Metalmeccanica e del Sistema casa, soggette a sospensione delle attività e che hanno risentito maggiormente del crollo della domanda estera. Complessivamente le esportazioni distrettuali sono calate del 5,1%, le importazioni del 10,8%. 

Nella lista dei primi 30 distretti a livello nazionale con maggiore incremento delle esportazioni ci sono 6 distretti industriali del Triveneto di cui 4 che appartengono al comparto Agro-alimentare (Mele dell’Alto Adige, Marmellate e succhi dell’Alto Adige, Vini del veronese e Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene), cui si aggiungono la Concia di Arzignano e le Materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova. Non appare nessun distretto della moda, comparto nel Triveneto che ha subito il calo più elevato (-14,4%), né della Metalmeccanica diminuita del –7,5%, né del Sistema casa (-5,3%): al contrario il Sistema dell’Agro-alimentare ha avuto un balzo delle esportazioni (+7,1% dove l’industria alimentare ha segnato +9,6% e il vitivinicolo +4,9%).

Nei tre principali mercati di sbocco i distretti industriali del Triveneto hanno registrato variazioni di segno opposto: la Germania ha segnato un leggero incremento (+2%), mentre gli Stati Uniti un calo del 5% e la Francia una diminuzione maggiore (-9%). Risultati che sono correlati alle misure di contenimento della mobilità alle persone adottate in Italia e nel mondo in relazione alla diffusione della pandemia di Coronavirus: il minimo negativo del blocco di mobilità è stato toccato nella quarta settimana di marzo con intensità maggiore nel Triveneto rispetto a Germania e Stati Uniti e più vicino agli indici della Francia. 

Veneto

Dei 26 distretti veneti monitorati, 10 hanno mostrato degli incrementi delle esportazioni di cui 4 del comparto Agro-alimentare: le Carni di Verona (+10,5%), i Vini del Veronese (+4,4%), il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene (+6,3%), i Dolci e pasta veronesi (+11,1%). I distretti del veronese hanno rafforzato le vendite verso la Germania, mercato principale, il Prosecco ha ottenuto aumenti delle vendite anche verso gli Stati Uniti. Durante l’emergenza pandemica i distretti dell’Agroalimentare hanno lavorato quasi a pieno ritmo e, in prospettiva, nel 2020 saranno quelli che avranno più possibilità di crescere sia sul mercato interno che su quelli esteri. Per i distretti vitivinicoli non si sono avvertiti al momento crolli dei mercati esteri nei primi tre mesi del 2020, soprattutto per le cantine già strutturate per l’esportazione e per la GDO sia domestica che estera. Solo il distretto Ittico del Polesine e Veneziano ha segnato un arresto delle esportazioni (-18,4%) condizionato dal crollo della domanda francese e penalizzato dalla chiusura del canale Ho.re.ca. e dal blocco del turismo.

I due migliori distretti veneti per aumento delle esportazioni sono stati la Concia di Arzignano e le Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova entrambi molto trasversali nelle loro produzioni che riforniscono diverse filiere specializzate che vanno dalla moda, all’automotive, al Sistema casa, al packaging. In particolare la Concia di Arzignano (+11,1%) è stata trainata dal polo del lusso svizzero di smistamento internazionale e le Materie plastiche di Treviso, Vicenza, Padova (+3,6%) dagli Stati Uniti e dalla Cina. 

Il mercato tedesco ha sostenuto i distretti più piccoli del Sistema Casa veneto come il Marmo e granito della Valpolicella (+3,2%), i Mobili in stile di Bovolone (+6,4%), i Prodotti in vetro di Venezia e Padova (+1,1%) e gli Elettrodomestici di Treviso (stabili). In contrazione i rimanenti distretti: i Sistemi per l’Illuminazione di Treviso e Venezia (-10%), il Mobile del bassanese (-10,1%) e il Legno e arredo di Treviso con il calo in valore più elevato (-27,6 milioni di euro pari a -5,8%), penalizzato dalla diminuzione delle esportazioni verso Francia, Regno Unito e Svizzera. Per il settore del mobile potrebbe svilupparsi un rimbalzo congiunturale nella seconda parte dell’anno, post Coronavirus, per la richiesta anche sul mercato interno di soluzioni che integrino design e tecnologia per adeguare gli spazi domestici alle nuove esigenze di multifunzionalità.

I distretti della moda sono quelli che già nel primo trimestre 2020 hanno subito l’impatto più forte della pandemia, che per alcuni si inserisce in situazioni conclamate di rallentamento dal 2019 come nel caso della Calzatura veronese (-15,8%), del Tessile e abbigliamento di Treviso (-12,6%) e delle Calzature del Brenta (-18,7%). Il Tessile e abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno (-3,7%) è stato sostenuto dall’hub svizzero, la Calzatura sportiva di Montebelluna e Sportsystem (-6,3%) soggetta a una minore stagionalità delle vendite, ha continuato la produzione invernale; le riduzioni più forti sono state per l’Oreficeria di Vicenza (-47,4 milioni di euro pari a -14,7%) che ha risentito delle elevate quotazioni dell’oro e del crollo mondiale della domanda per gioielli e per l’Occhialeria di Belluno (-156,8 milioni di euro pari a -21,4%) che ha dapprima affrontato l’interruzione delle forniture dalla Cina e poi il crollo delle vendite sia sul mercato domestico che estero.

Trentino Alto Adige

I distretti del Trentino Alto Adige che meglio hanno superato l’inizio della crisi pandemica di marzo 2020, appartengono tutti al settore Agro-alimentare con incrementi brillanti per le Mele dell’Alto Adige (+10,8%), le Marmellate e succhi di frutta del Trentino Alto Adige (+17,3%), i Vini distillati di Bolzano (+12,5%), i Salumi dell’Alto Adige (+8,3%), tutti trainati dagli aumenti delle vendite in Germania, principale mercato di sbocco, e le Mele del Trentino (+6,9%) sostenute da Egitto e Germania. Fanno eccezione i Vini e distillati di Trento, in lieve calo del -2,1% per effetto della diminuzione delle vendite negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Il blocco del turismo ha influito sulle vendite nel mercato locale delle cantine più piccole che riforniscono l’Ho.re.ca con prodotti di fascia medio-alta e che stanno sperimentando altri canali di vendita anche digitali. Grazie a Germania e Austria sono rimaste stabili le esportazioni del Legno e arredamento dell’Alto Adige e del Porfido della Val di Cembra; in lieve calo la Meccatronica dell’Alto Adige (-0,7%) penalizzata dalle diminuzioni registrate in Austria, mentre segna un crollo delle esportazioni la Meccatronica di Trento (-24,2%) su tutti i principali mercati di sbocco a cominciare dal Nord America e dalla Germania.

Friuli Venezia Giulia

Confermano nel primo trimestre 2020 il buon posizionamento sui mercati esteri, i distretti dell’Agroalimentare: il Caffè di Trieste (+13,1%) grazie alle vendite in Francia e i Vini distillati del Friuli (+10,7%) grazie alla spinta della Germania. Il Prosciutto di San Daniele riduce invece ulteriormente il valore delle esportazioni del 20,7% nel primo trimestre 2020, sempre più orientato al mercato interno che ha incrementato di un quarto i consumi di affettati nel mese di marzo, favoriti dalla nuova modalità di offerta in vaschetta che ne amplia le possibilità di distribuzione. 

I distretti del Sistema casa, che rappresentano più dell’80% delle esportazioni monitorate per il Friuli Venezia Giulia, hanno subito una drastica battuta d’arresto: il Legno e arredo di Pordenone (-24,4 milioni di euro, -11,4%) e le Sedie e Tavoli di Manzano (-15 milioni di euro, -9,7%) nei mercati del Regno Unito e della Germania; gli Elettrodomestici di Pordenone (-7,6 milioni di euro, -8,8%) in Francia e Regno Unito. Nella fase di ripartenza post Coronavirus, nuove opportunità di crescita per i distretti del Sistema casa potranno venire anche dal “contract” (grandi forniture), un segmento che potrà trarre nuovo impulso dall’esigenza di riformulare gli spazi negli uffici (per il rispetto delle misure di distanziamento) e nell’ambito dell’hotellerie e della ristorazione. 

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