Cattolica vola in Borsa (+9%) su ipotesi ingresso di Finint o di Plavisgas

Pronta anche una cordata di imprenditori veneti per investire la plusvalenza generata dall’investimento in Ascopiave.

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cattolica assicurazioni

Negli ultimi giorni, attorno al riassetto azionario di Cattolica Assicurazioni, appena trasformata da mutua cooperativa in società di capitale, che ha visto un primo aumento da 300 milioni sottoscritto da Generali e altri 200 milioni da gestire entro fine 2021, e alla necessità di cedere sul mercato il 12,3% del capitale riacquistato a seguito dell’esercizio del recesso dopo la trasformazione in Spa, s’incrociano gli interessi dell’imprenditoria veneta.

In Borsa a Milano le voci di interessamento di Banca Finint di Enrico Marchi a rilevare una quota del 10% circa del capitale di Cattolica Assicurazioni hanno sospinto al rialzo le quotazioni della compagnia scaligera, con un massimo oltre il 9%.

Ad interessarsi su Cattolica Assicurazioni non c’è solo Banca Finint: gli imprenditori veneti di Plavisgas, reduci dalla lauta plusvalenza generata dall’investimento in Ascopiave, hanno manifestato ai vertici della compagnia l’interesse a rilevare, prima dell’aumento da 200 milioni di euro, il pacchetto di azioni proprie nel portafoglio di Cattolica, la quale si è limitata ad una laconica formale presa d’atto dell’interesse manifestato. Una risposta dietro cui gli imprenditori veneti vedono una mancanza di interesse per la loro proposta. 

L’offerta di Plavisgas, si sottolinea in ambienti vicini agli offerenti, avrebbe il vantaggio di alleggerire Cattolica dai rischi della liquidazione dei diritti di opzione collegati (la compagnia non può sottoscrivere il suo aumento) e garantirebbe la copertura della ricapitalizzazione sulla quota ceduta. 

Plavisgas è partecipata da un gruppo di imprenditori veneti, tra cui le famiglie Stevanato (Stevanato group), Codognotto (omonimo gruppo di trasporto e logistica), Marchetto (Somec), e dall’avvocato Massimo Malvestio e dispone di circa 40 milioni di mezzi propri, accompagnati dall’impegno dei soci a iniettare nuove risorse, qualora l’operazione fosse andata in porto. 

A muovere gli imprenditori, che non si considerano ostili a Generali, è solo un interesse finanziario: non si esclude che, come avvenuto in passato (nei mesi scorsi Plavisgas ha acquistato due milioni di azioni Cattolica guadagnando con il recesso), la società possa prendere una quota della compagnia, magari partecipando all’aumento, qualora lo ritenesse conveniente. 

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