Cattolica Assicurazioni: per l’Ivass rilevanti irregolarità nella gestione

Responsabilità del presidente uscente Bedoni ritenuto inadeguato al ruolo da svolgere. Relazione alla commissione d'inchiesta sul sistema bancario italiano.

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Cattolica assicurazioni presidente Paolo Bedoni
L'ex presidente di Cattolica Assicurazioni, Paolo Bedoni.

Gli accertamenti ispettivi dell’Ivass su Cattolica Assicurazioni «hanno evidenziato rilevanti irregolarità gestionali che trovano origine nelle serie disfunzioni della complessiva governance aziendale, con un Consiglio che ha mancato di esercitare le proprie prerogative di indirizzo, gestione e controllo». È quanto ha dichiarato Stefano De Polis, segretario generale dell’Ivass, in audizione di fronte alla commissione d’inchiesta sul sistema bancario, parlando degli esiti dell’ispezione dell’authority sulla compagnia. 

Per quanto riguarda gli investimenti in partecipazioni e immobiliari, ha sottolineato De Polis, «il processo decisionale ha privilegiato esigenze relazionali e di visibilità sul territorio, ponendo in secondo piano la convenienza economica e i rischi legati alle singole operazioni oggetto di delibera». 

Inoltre, per De Polis «inadeguato è risultato il ruolo svolto dal presidente del consiglio di amministrazione», Paolo Bedoni. Alla luce delle risultanze dell’ispezione, l’Ivass ha chiesto «la definizione di un incisivo piano di rimedio delle carenze emerse e un pressoché totale rinnovo del consiglio di amministrazione». 

Cattolica Assicurazioni «rinnovata nella governance» dopo il cambio del consiglio di amministrazione previsto con la prossima assemblea «presenta solide basi per l’esercizio e lo sviluppo dell’attività assicurativa – sottolinea De Polis -. L’Ivass continua a seguire da vicino la situazione e ritiene adeguati gli organi aziendali e l’amministratore delegato» Carlo Ferraresi «ad assicurare la tempestiva e corretta attuazione delle misure richieste» dall’Autorità di vigilanza del settore assicurativo.

Se i vertici di Cattolica Assicurazioni si sono rivelati inadeguati, viceversa la sottoscrizione della prima quota dell’aumento di capitale e la stabilizzazione dei mercati «hanno riportato la solvency» della compagnia assicurativa «su livelli di piena affidabilità: oggi è pari al 181%, a fronte di un minimo regolamentare di 100% – ha detto De Polis -. L’attività della compagnia e della sua rete distributiva è proseguita e prosegue con regolarità e l’attuale contesto di mercato facilita l’individuazione di valide soluzioni ai problemi emersi, il mutamento della forma giuridica, l’avvicendamento richiesto nell’assetto di governo dell’impresa e del gruppo ed il completamento dell’aumento di capitale sociale programmato». 

Quanto al cambio di assetto giuridico di Cattolica Assicurazioni appena compiuto, De Polis ha ricordato che «ormai da tempo l’azienda, consapevole della complessità e dei limiti posti all’acquisizione di nuovi capitali dal proprio assetto di cooperativa quotata, aveva avviato studi e contatti per la trasformazione in società per azioni», trasformazione che ha trovato ostacoli nella sua esecuzione a causa della natura cooperativa della compagnia, al cui libro soci sono iscritti 18.000 azionisti. La trasformazione in Spa è stata infine deliberata dall’assemblea lo scorso luglio, nell’ambito degli accordi per l’ingresso di Generali nel capitale, dopo che l’Ivass aveva chiesto a Cattolica di ricapitalizzarsi per 500 milioni di euro per i problemi di solvibilità emersi a valle della prima ondata della pandemia di coronavirus. 

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