Confcommercio: economia reattiva, ma mesi ancora difficili

Nonostante un anno di guerra, il sistema ha retto. 

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confcommercio grafico indice salita 1

Dall’invasione russa dell’Ucraina sono passati dodici mesi rispetto ai quali «emerge una notevole capacità di reazione dell’economia italiana»: lo afferma Confcommercio in una nota sottolineando che la guerra ha sospinto«tensioni inflazionistichegià in atto prima del conflitto, come si vede confrontando la dinamica dei prezzi del gas tra gennaio e marzo 2022 (aumentati del 50%) con l’accelerazione nell’indice dei prezzi armonizzato passato da 5,1% a 6,8%».

Ma il sistema importazioneproduzionedistribuzione ha funzionato bene e la dimensione della “core inflation” – al netto di energia e alimentari – «non ha mai subito accelerazioni fuori norma. Per il suo rientro – avverte l’Ufficio studi della Confederazione – bisognerà aspettare alcuni mesi».

febbraio 2023 l’indice dei prezzi Ipca ha segnato un +10% tendenziale, in calo su gennaio (10,7% tendenziale) mentre l’inflazione core ha segnato un +6,9% (in aumento sul 6,6% di gennaio). Il prezzo del gasTTf è sceso a 66,1 euro rispetto ai 76,5 di gennaio.

«La riduzione del potere d’acquisto dei redditi e della ricchezza liquida dovuta all’incremento dei prezzi al consumo – afferma Confcommercio – si fa sentire sui consumi, il cui rallentamento, testimoniato anche dall’indice delle vendite al dettaglio, innesca la frenata del Pil – -0,1% nell’ultimo quadrimestre 2022 – e non esclude la recessione mite, a cui l’Italia arriva, però, in ottima salute, come indica la crescita degli occupati. Un quadro che conferma, dunque, l’efficacia dei sostegni pubblici a famiglie e imprese con le fasce più deboli quasi del tutto compensate dalla perdita di reddito reale».

«Sul versante produttivo – prosegue la nota dell’Ufficio studi Confcommercio – prima la manifattura esportatrice insieme alle costruzioni, dopo i servizi e il turismo, tutti i settori si sono mostrati solidi e vitali riuscendo ad arginare gli effetti del gigantesco trasferimento di ricchezza verso i paesi produttori ed esportatori di materieprime in conseguenza degli shock pandemici, logistici e bellici. Le performance del Pil italiano nel biennio2021-2022 assomigliano a quelle del miracolo economico degli anni ’60, distanziandosi enormemente dal ventennio pre-pandemia di produttività stagnante e crescita esangue. Per non tornare a quest’ultimo deludente profilo e costruire un nuovo periodo di sviluppo occorre procedere rapidamente con le riforme e gli investimenti del PNRR» che corre con il freno tirato a causa della solita burocrazia italica e del conflitto tra poteri locali.

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