La concorrenza fa calare i prezzi dell’energia: chi l’avrebbe mai detto?

L’Arera rende note le tariffe degli utenti luce “Placet” più convenienti del regime di maggior tutela.

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concorrenza rincari di luce e gas

La concorrenza non è una bestemmia e fa bene al mercato e alle tasche dei consumatori e l’esito della gara gestita dall’Arera (l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) tra i fornitori di energia elettrica per la gestione delle forniture degli utenti non ancora passati al mercato libero e che non sono utentivulnerabilidimostra in pieno i suoi effetti con tariffe decisamente più convenienti di quelle stabilite per gli utenti tutelati.

Soddisfatto un centro che del liberalismo e della concorrenza ha fatto la sua missione come l’Istituto Bruno Leoni: «dopo mesi di veleni su una riforma che tutti hanno disconosciuto, è il momento della verità. Chi ha seguito la vicenda non sarà sorpreso dall’esito. La procedura dell’Arera aveva due obiettivi: ridurre la concentrazione dell’offerta e garantire una transizione al mercato, per i clienti che ancora usufruivano dei prezzi regolati, senza traumi e senza aggravi. Il primo obiettivo sappiamo già che è stato raggiunto: anche perché le regole di gara prevedevano che nessun contendente potesse aggiudicarsi più del 35% dei clienti messi in palio. L’effetto sarebbe stato ancora più significativo se le gare si fossero svolte prima, in quanto oggi solo il 30% dei consumatori è “tutelato” (e di questi circa la metà, essendo consideratovulnerabile”, è stato escluso dal meccanismo). Per quanto riguarda invece i prezzi, oggi finalmente conosceremo il punto di atterraggio ma sappiamo già che i risparmi sono considerevoli: si parla di più di 100 euro l’anno».

La previsione è stata un po’ troppo ottimistica, ma comunque consistente: il risparmio sulla bolletta della luce per i clienti del Servizio a tutele graduali (che dal 1° luglio sostituirà il mercato tutelato per chi non sceglierà il mercato libero), grazie alla concorrenza dovrebbe essere sui 73 euro all’anno per utenza, sulla base dei dati attuali, che però potrebbero cambiare fra 5 mesi comunica l’Arera in un comunicato.

«Le condizioni economiche definitive del Servizio a tutele graduali, uguali in tutta Italia, potranno essere definite e rese note solo in prossimità del passaggio al nuovo servizio, nel mese di giugno – scrive Arera -. Queste condizioni economiche includono la media ponderata dei prezzi di aggiudicazione delle aste calcolata tenendo conto del numero di clienti presenti in ciascuna area che si stima passeranno al Servizio a tutele graduali (espresso in euro/Pod/anno, cioè euro per utenza all’anno, n.d.r.). Saranno poi aggiornate annualmente, sempre in funzione del numero di clienti riforniti nel Servizio a tutele graduali delle diverse aree territoriali».

«A titolo esemplificativo e non definitivo – scrive ancora Arera -, sulla base dei dati attualmente disponibili relativi al numero di clienti coinvolti, e non su quelli effettivi di giugno 2024 la riduzione in bolletta sarebbe pari a 73 euro per utenza all’anno».

Infondati tutti i timori per una batosta nella bolletta per il passaggio graduale al mercato libero, a partire dai partiti che volevano una proroga a tutto il 2024 invece che solo di 6 mesi, soprattutto a causa dei ritardi nella gestione delle gare di appalto da parte dell’Arera.

«Che il sistema delle aste avrebbe determinato un risparmio significativo, noi dell’Istituto Bruno Leoni lo avevamo detto da subito, fin da quando proprio il ministro all’Energia Gilberto Pichetto Fratin aveva cominciato a ipotizzare un nuovo rinvio. Sfortunatamente l’interpretazione dominante dei fatti economici in Italia è ormai così pervicacemente scollegata dalla realtà che concorrenza e privato sono considerati sinonimi di sistematica predazione del consumatore (che solo un dolce monopolio potrebbe davvero tutelare). Questo inquinamento lessicale e concettuale del dibattito pubblico ha determinato il rinvio di anni di questa riforma, con costi per tutti e benefici, minimi, di consenso per la classe politica».

«La politica e il giornalismo italiani oggi debbono abbozzare di fronte ai dati incontestabili diffusi dall’Arera, i quali difficilmente troveranno un’attenzione anche lontanamente comparabile a quella suscitata dai proclami di maggioranza e opposizione sul disastro che sarebbe dovuto succedere – prosegue con una nota di soddisfazione l’Istituto Bruno Leoni -. Viene da chiedersi se qualcuno – a destra o a sinistra, coralmente impegnate a impedire o ritardare la riduzione dei prezzi – abbia almeno imparato qualcosa. Speriamo di sì, ma sappiamo di illuderci».

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