Mirtillo toccasana

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Nel mirtillo un concentrato di sostanze utili per la salute

 

Gli scienziati già sapevano che il mirtillo coltivato fosse un toccasana per la salute, in quanto concentrato di composti bioattivi come le antocianine. Recentemente, i ricercatori dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige (Tn) hanno scoperto che nei frutti del mirtillo sono contenute altre sostanze molto preziose: i flavonoli glicosidi, in particolare la quercetina, una classe di composti naturali noti per le loro proprietà antiossidanti, anticancerogene e di protezione dalle malattie coronariche.

 

Lo studio, durato quattro anni e finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, è stato condotto da Urska Vrhovsek, Domenico Masuero, Luisa Palmieri e Fulvio Mattivi e ha approfondito l’identificazione e la quantificazione dei flavonoli glicosidi nelle differenti cultivar di mirtillo.

Secondo Urska Vrhovsek, ricercatrice del Dipartimento Qualità Alimentare e Nutrizione del Centro ricerca e innovazione, “abbiamo scoperto che il mirtillo coltivato è del tutto simile nella composizione al mirtillo di bosco. Può contenere in media circa 200 mg/kg di una complessa miscela contenente fino a 23 diversi flavonoli. Una singola porzione di mirtilli  (150 grammi), fornisce quindi in media 30 milligrammi di flavonoli, ossia due-tre volte superiore a quelli che vengono giornalmente assunti nella dieta occidentale. Questo significa che il mirtillo coltivato è in assoluto una tra le fonti più concentrate di flavonoli glicosidi nella dieta umana”.

urska vrhovsekI ricercatori hanno utilizzato nove diverse cultivar di particolare interesse commerciale e agronomico normalmente coltivate in Trentino, una delle realtà maggiormente impegnate nella produzione dei piccoli frutti: Augusta, Brigitta Blue, Chandler, Duke, Elliot, Hardyblue, Legacy, Simultan, provenienti da diversi siti europei tra cui Italia, Polonia, Romania, Germania, ma anche Stati Uniti e Australia. Le piante sono state coltivate in trincee di 50 centimetri di profondità, foderate con tessuto permeabile e servite da un sistema di fertirrigazione a goccia. Le bacche sono state raccolte manualmente, immediatamente raffreddate e trasportate nel laboratorio di metabolomica, dove gli estratti sono stati attentamente analizzati con strumentazioni d’avanguardia, come la spettrometria di massa ad alta risoluzione.

Seppur ridotte in termini assoluti, la produzione italiana di mirtillo s’attesta a circa 1500 tonnellate a stagione (Fonte FAO 2009) ed è in forte aumento. La varietà più coltivata in Italia è la Duke (50% della produzione totale), seguita da Brigitta Blue (30%). In provincia di Trento, la produzione di mirtillo, iniziata nei primi anni Novanta con l’introduzione della varietà Brigitta, ha avuto un notevole aumento nei primi anni del Duemila per Salva arrivare alle 680 tonnellate attuali, con uno scenario di ulteriore crescita.