L’edizione 2015 del “Festival della teologia” abbraccia cinque città del NordEst

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Cinque sedi, da Bolzano a Trieste, da Bressanone, a Trento a Verona dall’8 al 26 settembre

 

teologia libro messaleCinque sedi, da Bolzano a Trieste, da Bressanone, a Trento a Verona. Tanti studiosi di alto livello, una vasta gamma di eventi e di temi (la teologia, naturalmente, anche il diritto, la filosofia, la letteratura). Assolutismo, Sovranità e Tolleranza. È questo il titolo della seconda edizione del “Festival della Teologia del Triveneto” (Progetto “Coniugium quoddam Dei et hominis est religio”), che dal prossimo 8 settembre (Bolzano, 8-11; Bressanone, 12-15; Trento, 16-18; Verona, 19-22; Trieste, 23-26) attirerà l’attenzione su una disciplina non certo popolare ai nostri giorni, che però al mondo dell’oggi ha ancora molto da dire.

Nell’approssimarsi del 500° anniversario della Riforma luterana (2017), l’iniziativa si propone di presentare tale tema al grande pubblico attraverso un doppio approccio: da un lato, ripercorrendo idealmente a ritroso il percorso di formazione dell’età moderna, la manifestazione esamina la Riforma a partire dalla storia delle idee occidentali del tardo medioevo, con particolare attenzione alla teologia, vista quale fattore di unità dei successivi saperi secolarizzati; dall’altro, concentrandosi non solo su Lutero, ma anche su altri grandi riformatori del Cinquecento – e intendendo con il termine “riforma” anche la Riforma o Controriforma cattolica – e su alcuni tra i maggiori scrittori cristiano-eterodossi di quel secolo, essa si interroga su quale ruolo tale epoca storica rivesta per la cultura e società contemporanee.

«Non si tratterà di un evento confessionale – ha subito precisato il coordinatore scientifico Massimiliano Traversino –. Nel festival saranno presenti teologi cattolici, protestanti, di religione ebraica, non credenti. E nel primo incontro a Trento si parlerà anche dell’influenza della cultura islamica tramite la figura di Averroè».

Milena Mariani, della Fondazione Bruno Kessler, ha introdotto il programma del Festival: «siamo passati dall’epoca medievale, in cui la teologia era centrale, a una condizione di marginalizzazione nell’ambito dei saperi scientifici. Questa è un’occasione per superare la diffidenza, per mostrare la teologia nella città e per la città. In fondo la teologia è importante all’interno di ciascuna religione, perché rende ragione dei contenuti della propria fede».