XIV “Giornata dell’Economia” della Camera di commercio di Trento: crescita con il freno tirato

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Cciaa Trento 14 giornata economia 2016 mauro leveghi gianni bort 1
Nonostante le risorse dell’Autonomia speciale, il Trentino cresce proporzionalmente meno della provincia di Bolzano e del NordEst

 

Cciaa Trento 14 giornata economia 2016 mauro leveghi gianni bort 1Dal 2003 Unioncamere organizza annualmente, nel mese di maggio, la Giornata dell’Economia, appuntamento istituzionale di grande impatto politico e comunicativo durante il quale tutte le Camere di commercio, contestualmente, fotografano e presentano lo stato di salute dell’economia italiana.

«Questa quattordicesima edizione dell’evento – ha spiegato Giovanni Bort, presidente della Camera di Trento – avviene in un periodo particolare, sia per l’economia del nostro Paese, sia per quella della nostra provincia. Dopo tre anni di recessione, nel corso del 2015 il Prodotto interno lordo nazionale è finalmente tornato a crescere. Purtroppo però si tratta di una crescita modesta, dello 0,8%, e le indicazioni per l’anno in corso non sembrano poter alimentare la fiducia in un reale cambio di passo della nostra economia».

In Trentino la ripresa è stata determinata da un sostanziale recupero della domanda interna, locale e nazionale, affiancato dal costante buon andamento delle esportazioni complessivamente in crescita. I dati delle rilevazioni congiunturali della Camera evidenziano un aumento del fatturato su base tendenziale del +2,1% nello scorso anno, determinato soprattutto dal contributo dell’ultimo trimestre (+4,1%). La ripresa rilevata in Trentino presenta però alcuni elementi di debolezza. Il recupero, infatti, non ha interessato tutte le aziende, ma si è manifestato prevalentemente presso le imprese di media e grande dimensione, mentre le unità più piccole continuano a mostrare segnali di difficoltà.

Analizzando i dati riguardanti la demografia d’impresa, si rileva però che il numero delle imprese registrate in provincia di Trento al 31 dicembre 2015 è 51.129 e che dopo la fase di costante diminuzione, manifestatasi nel corso degli ultimi otto anni in cui si è verificato un calo di quasi 2.000 unità, evidenzia una prima inversione di tendenza in senso positivo con un aumento rispetto al 2014 di oltre 400 aziende registrate. 

In termini percentuali, si è avuto quindi un incremento dello 0,8% del numero di imprese complessive, dato che risulta superiore a quello della provincia di Bolzano (+0,4%) e dell’Italia (+0,3%), mentre nel NordEst si è verificata complessivamente una diminuzione (-0,2%).

L’occupazione rappresenta l’aspetto forse più negativo dell’anno appena trascorso, perché, pur in presenza di una ripresa certamente debole, ma in ogni caso ormai piuttosto duratura, ci si attendevano dei segnali più confortanti sul piano delle decisioni di assunzioni da parte delle aziende e invece, in tutti i trimestri esaminati dall’indagine, nel 2015, l’occupazione ha sempre evidenziato una lieve contrazione che ha interessato quasi tutti i settori e le classi dimensionali al di sotto dei 20 addetti; solo le imprese più grandi hanno mostrato complessivamente un saldo positivo. 

Per quanto riguarda l’anno in corso, i segnali sono ancora poco definiti e insufficienti per poter tracciare una previsione attendibile. I primi mesi del 2016 dovrebbero beneficiare di un sostanziale effetto di trascinamento del buon andamento degli ultimi mesi del 2015, ma successivamente la situazione può evolversi in varie direzioni. In particolare c’è il timore che il raffreddamento del commercio mondiale e la conseguente riduzione delle esportazioni facciano mancare nei prossimi mesi uno degli elementi di maggior propulsione della domanda.

«A fronte di queste criticità – ha commentato il presidente Bort – di cui è bene avere coscienza, è indispensabile procedere con determinazione e ridisegnare l’impianto operativo entro il quale pianificare per progredire. È in quest’ottica che si collocano quattro strategie su cui possiamo impegnarci sin da ora per cogliere le nuove opportunità, oltre che per scansare i nuovi pericoli, e tratteggiare un nuovo modo di fare impresa. La prima rinvia alla necessità dell’innovare, dove “innovazione” va intesa in senso lato, quindi non solo tecnologica, ma anche di processo, di prodotto e di servizio. La seconda strategia riguarda l’apertura ai mercati internazionali, ovvero là dove la domanda di beni e servizi conosce uno sviluppo rilevante. Il terzo aspetto rimanda a un diverso obiettivo strategico della produzione: alla realizzazione di un prodotto qualitativamente elevato si deve infatti affiancare la centralità del cliente e la capacità di rispondere in modo flessibile alle sue esigenze. La quarta strategia – ha concluso Bort – rende necessario investire sul capitale umano, sul coinvolgimento dei collaboratori negli obiettivi dell’impresa e sul definire con precisione la propria identità e il proprio brand».

Nel periodo 2014-2015, l’export della provincia di Trento è cresciuto meno della metà della vicina provincia di Bolzano (4,2% contro 9,8%) e meno anche della media del NordEst (4,7%), anche se più della media italiana (3,8%). L’Autonomia non ha tutelato il Pil pro capite: dal 2013 al 2014, il calo c’è stato sia in Trentino che in Alto Adige, mentre nel NordEst si è verificata una leggera crescita, così come la variazione del Pil tra il 2014 e il 2013 è stata negativa (-0,6% in provincia di Bolzano) o nulla (Trentino) a fronte di una crescita limitata dello 0,7% del NordEst.

Con tutt’evienza, serve un rinnovato slancio da parte degli amministratori locali nell’utilizzare con maggiore coraggio tutte le leve consentite dall’Autonomia speciale per sostenere l’economia, tagliando il più possibile la tassazione e il peso della burocrazia (spesso asfissiante anche tra i “palazzi” del Trentino) e favorendo l’export e l’internazionalizzazione delle imprese, visto che il mercato interno è destinato ad avere una bassa crescita ancora per molti anni.