Caso Baratter, continuano le polemiche sul consigliere autonomista a chiusura dell’affidamento in prova

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Anche se il giudice dichiara estinto il reato, M5S ribadisce la necessità “politica” delle dimissioni dal Consiglio provinciale

lorenzo baratter consiglio“Caso Baratter”, ultimo atto, forse. Il giudice del Tribunale ha riconosciuto l’esito riuscito della “messa in prova” dell’ex capogruppo del Partito Autonomista Trentino Tirolese che era stato eletto anche grazie ad un accordo preelettorale che, di fatto, era un voto di scambio sanzionato penalmente, tanto che anche gli altri due soggetti nel “caso”, forse meno “furbi” di Baratter scegliendo il processo con il rito abbreviato, si sono presi in primo grado la condanna a 5 mesi e 10 giorni di reclusione. Reclusione scampata da Baratter grazie ad una sorta di patteggiamento con gli inquirenti vertente su un periodo di “servizio civile” grazie all’istituto della “messa in prova” presso un’associazione si sostegno ai disabili.

Se per Baratter la vicenda si chiude nel migliore dei modi sotto il profilo penale, viceversa sul piano politico la vicenda è tutt’altro che chiusa. Il Movimento 5 Stelle di Trento per il tramite del deputato trentino Riccardo Fraccaro è netto: «finché Baratter continuerà a occupare la poltrona di consigliere, il vulnus politico e istituzionale resterà irrisolto. Le sue dimissioni rappresentano un atto dovuto». Fraccaro, parte civile nel processo per corruzione elettorale che ha interessato l’esponente del Patt Baratter è netto: «la decisione del Tribunale sulla “messa in prova” del consigliere Baratter riguarda il dato giudiziario della vicenda, ma sul piano politico la questione resta ancora irrisolta. Il patto elettorale sottoscritto con gli Schützen è stato ritenuto dal giudice di natura corruttiva, noi riteniamo che l’attività di volontariato svolta durante la messa in prova rappresenti più che altro un escamotage giudiziario e non sia sufficiente a risarcire le istituzioni e i cittadini del danno arrecato con quell’accordo vergognoso».

Sarebbe opportuno che anche il Patt chiedesse un passo indietro al proprio esponente, anche per recuperare un’immagine di dignità e credibilità politica agli occhi degli elettori, che negli ultimi tempi, sotto la gestione del segretario e senatore Franco Panizza, hanno visto il partito autonomista crescere di molto nel peso politico (anche grazie agli errori commessi da altri, ad iniziare dal Pd Trentino) anche grazie ad acquisizioni discutibili di soggetti presi di peso da esperienze in partiti antitetici alla storia del Patt. Forse le dimissioni di Baratter dal Consiglio provinciale, dove è stato eletto grazie ad un reato, potrebbero dare al Patt una nuova credibilità.

Su richiesta del legale delle persone inquisite, si aggiorna l’articolo segnalando che Paolo Dalprà è stato successivamente assolto per insussistenza di prove con sentenza della Corte d’Appello di Trento del 26 ottobre 2018, passata in giudicato il 12 marzo 2019. Per Lorenzo Baratter, il Tribunale di Trento in data 30 maggio 2017 ha stabilito il proscioglimento perché il fatto non sussiste.