Agcom illegittima la fatturazione a 4 settimane dei servizi che hanno trasformato l’anno da 12 a 13 mesi

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Trucchetto che ha incrementato le tariffe annuali dell’8%. Avviati procedimenti nei confronti di Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb che non hanno ottemperato a delibera Autorità

agcomL’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom), relatore il Commissario Francesco Posteraro, ha deciso di avviare procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori telefonici Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche.

«Al fine di garantire massima trasparenza e confrontabilità dei prezzi vigenti, nonché il controllo dei consumi e della spesa garantendo un’unità standard (mese) del periodo di riferimento delle rate sottostanti a contratti in abbonamento per adesione, con la delibera 121/17/CONS l’Autorità – si legge ancora nella nota diffusa dall’AgCom – aveva infatti stabilito nel marzo scorso che per la telefonia fissa e per le offerte convergenti l’unità temporale per la cadenza delle fatturazioni e del rinnovo delle offerte dovesse avere come base il mese o suoi multipli». 

Al termine delle verifiche effettuate da AgCom, «è risultato che gli operatori menzionati non hanno ottemperato alla delibera dell’Autorità. Agcom sta inoltre valutando l’adozione di ulteriori iniziative, anche per evitare che le condotte dei principali operatori di telecomunicazioni possano causare un effetto di “trascinamento” verso altri settori, caratterizzati – conclude la nota – dalle stesse modalità di fruizione dei servizi». 

Il Garante ha annunciato sanzioni per gli operatori di telefonia che adottano fatturazioni a cadenza settimanale, cioè una bolletta ogni quattro settimane, invece che mensile. Anche Sky, ad esempio, che opera in un settore diverso da quello delle telecomunicazioni, ha annunciato l’imminente adozione di un sistema di fatturazione ogni quattro settimane. 

Improntate alla soddisfazione le reazioni delle associazioni dei consumatori che hanno sollevato il caso della “lievitazione” dell’anno solare da 12 a 13 mesi, con un conseguente incremento mascherato del costo annuo dei servizi di circa l’8%. «Bene, ma le sanzioni siano ora esemplari» è il commento Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, alla decisione dell’AgCom. «A differenza di quanto sostenuto alla Camera dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, al “question time”, non è vero che il Tar del Lazio il 7 giugno aveva accolto le richieste di sospensiva delle compagnie telefoniche, ma aveva solo anticipato il giudizio di merito. Dunque le compagnie telefoniche hanno proseguito imperterrite a violare la delibera di marzo scorso dell’AgCom, come se fossimo nel Paese delle banane. Per questo abbiamo presentato un esposto all’Antitrust, contro il reiterato comportamento degli operatori che si ostinano a fatturare a 28 giorni anche per la telefonia fissa» conclude Dona.

Per Claudio Rienzi, presidente del Codacons, «l’associazione è pronta alla “class action” contro gli operatori telefonici e le pay-tv che non abrogheranno le fatturazioni a 28 giorni e si rifiuteranno di restituire i soldi agli utenti. Bene l’avvio dei procedimenti, ma la sanzione deve essere pesantissima ed esemplare, perché solo così ci sarà la funzione deterrente indispensabile per costringere gli operatori a rispettare i diritti dei consumatori. Non solo. I gestori e le pay-tv che hanno introdotto bollette a 28 giorni dovranno restituire le maggiori somme pagate dagli utenti a causa dei metodi di fatturazione fuorilegge».

Soddisfazione anche per Federconsumatori che annuncia «un’azione inibitoria contro i 4 operatori di telefonia che non applicano la delibera dell’Autorità. Non escludiamo, inoltre, l’invio di un esposto all’Antitrust per avviare le opportune verifiche circa l’ipotesi di cartello messa in atto dai principali operatori di telefonia nel nostro Paese».

Per l’Adusbef, infine, fatturare le bollette ogni 28 giorni invece che 30 significa pagare «in un anno 13 mensilità invece che 12, con un incremento dell’8,6% rispetto al passato, ed un aggravio tangibile di ben 35 euro l’anno per ogni famiglia su un consumo medio telefonico».