“Italia in bici”: NordEst in testa, Sicilia in coda

0
752
fiera verona cosmobike 2017 salone
Il rapporto di Legambiente “A Bi CI” fotografa un’Italia che pedala divisa in due. Al Cosmobike di Verona allarme degli operatori contro l’elaborazione delle bici elettriche per farle correre di più

fiera verona cosmobike 2017 saloneCi sono regioni come Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Veneto, dove l’uso quotidiano della bici come mezzo di trasporto è in linea con la media europea (8% dei cittadini). In Sicilia invece la bici come mezzo di trasporto coinvolge neanche dell’1% dei lavoratori e degli studenti.

La fotografia dell’Italia che pedala è contenuta nel rapporto di Legambiente “A BI CI”, sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città – realizzato in collaborazione con Velolove e Grab+. In Sicilia appena lo 0,6% della popolazione usa la bici per coprire il tragitto casa-lavoro, mentre una percentuale pari a zero (0,1%) di bambini e studenti fino a 34 anni pedala per andare a scuola o all’università. All’altro capo della Penisola, in Trentino Alto Adige gira in bicicletta quasi lo stesso numero di persone di quattro regioni del Mezzogiorno (Campania, Sicilia, Calabria, Puglia), nonostante tutte insieme abbiano una popolazione 16 volte più ampia. 

Un altro indice preso in considerazione dal rapporto, il PIB – Prodotto interno Bici delle regioni – stima la “cicloricchezza” delle regioni. In Sicilia i cittadini beneficiano ogni anno di un bonus ambientale e sanitario pro-capite pari a 7,28 euro, contro i 179,5 euro pro capite dei cittadini del Veneto, i 190 euro in Trentino Alto Adige e i 200 euro in Emilia Romagna. Questo bonus virtuale è frutto di attività dirette legate al mercato delle bici e di una serie di esternalità positive: dal risparmio di carburante e dal calo dei costi per le infrastrutture all’aumento dell’aspettativa di vita in buona salute, alla riduzione di gas serra, smog e inquinamento acustico. Il valore economico di questo veicolo ecologico sia in Emilia Romagna che in Veneto supera gli 880 milioni di euro l’anno, in Sicilia 37 milioni.

Intato, in Italia (ein Europa) è boom della biciletta elettrica, protagonista anche del CosmoBike Show di Veronafiere: lo scorso anno il mercato italiano del ciclo lo scorso anno, con una crescita del 120% (per un totale di 124.500 pezzi venduti), quasi il 10% del totale è stata una bici elettrica o a pedalata assistita che tira e, secondo gli espert, lo sarà ancora di più nell’immediato futuro. In Germania e Olanda, le bici elettriche rappresentano oggi il 52% del mercato Ue a trazione elettrica con circa 878.000 unità complessive e un trend ancora in crescita. Oltre 3 volte di più rispetto a Francia e Italia

Unico neo su cui correre ai ripari, rilevano a CosmoBike Show, è la tendenza a modificare le prestazioni delle bici elettriche per superare i limiti imposti dalla legge, che prevedono una velocità massima di 25 km/h: un limite superato dalla nuova direttiva europea che ha introdotto anche la nuova categoria delle biciclette a pedalata assistita elettriche capaci di sviluppare i 45km/h, già diffuse sui mercati del Nord Europa, ma che in Italia non sono ancora omologabili, se non nella oneorsa categoria dei ciclomotori e, come tali, soggetti ad immatricolazione, targa, tassa di circolazione, assicurazione RC e casco per il conducente. Davvero troppo per un mezzo che dovrebbe assicurare una mobilità ecologica e sostenibile, oltre a consentire di ridurre la sedentarietà di molti, troppo italiani. A questo riguardo è da segnalare l’iniziativa del senatore trentino Sergio Divina (Lega Nord) che propone di inserire, nell’ambito della revisione in corso del Codice della Strada, di una modifica per recepire la nuova direttiva europea, volta a legalizzare le biciclette a 45 km/h. «E’ indispensabile non penalizzare artatamente questa forma di mobilità, prevedendo il loro uso solo da parte di coloro che sono in possesso di una patente motociclistica, con un’assicurazione RC più blanda, ma con l’esclusione dall’obbligo di targatura e di bollo. Potrebbe essere un’ottima alternativa agli inquinanti “cinquantini”».